Si guarda ai docenti per funzioni che nulla hanno a che fare con l’azione didattica. L’ennesimo tentativo di introdurre nella scuola figure amministrative a costo zero. Giusta nelle finalità viene delineata in modo errato: la scheda in sintesi.
Noi abbiamo grande rispetto dell’Amministrazione e del Parlamento – osserva Pino Turi a margine della riunione sulle linee guida per l’istituzione a scuola del mobility manager – ma ci permettiamo di criticare la legge per la parte che introduce, in moda estemporaneo e perfino inutile, tale figura.
La scuola ha bisogno di autogoverno ed autonomia e non di nuove figure senza chiarezza sugli ambiti di lavoro, sulle competenze e da realizzare a costo zero.
Che la transizione culturale debba passare dalla scuola, ci sembra giusto ed opportuno, ma in classe – precisa il segretario generale della Uil Scuola – con gli alunni, che peraltro già sono destinatari di progetti didattici specifici multidisciplinari nelle lezioni in classe.
Pensare che una legge si prefigga di introdurre una funzione – ed una figura di natura organizzativa e di coordinamento che ha competenze in materia di mobilità potrebbe anche essere utile – ma pensare di individuare un docente per farlo ci sembra veramente fuori da ogni logica.
Sempre più spesso l’azione didattica e educativa – puntualizza Turi – è marginalizzata da una serie di incombenze che dovrebbero essere complementari ed invece sembrano prendere sempre più importanza.
Esprimiamo la nostra più ferma critica a questo modo di procedere che incentiva i docenti a svolgere azioni burocratiche a scapito dell’impegno didattico. E’ l’insegnamento la mission professionale dei docenti.
La scuola dell’autonomia, se va supportata da azioni burocratiche ed ammnistrative deve guardare ad altre figure professionali.
Non si può minimamente pensare ad una scelta che prevede maggiori carichi di lavoro ad invarianza di retribuzione. Una questione aperta che non si risolve neanche con l’utilizzo delle risorse del FIS né con quelle delle ‘funzioni strumentali’ che, in caso contrario, andrebbero ad essere sottratte alla disponibilità di altri docenti.
È evidente che chi ha deciso nel merito non conosce le dinamiche della scuola. Per la Uil sarebbe un’azione di buon senso che la politica riconsiderasse questa decisione che – sottolinea Turi ancorché giusta nelle finalità – è assolutamente non condivisibile nel percorso individuato.
Chiediamo che nelle linee guida, nelle quali si fa opportunamente riferimento all’autonomia scolastica – tali figure non siano obbligatorie ma facoltative. Potranno essere utilizzate nei casi in cui qualche docente che sia inabile alla sua professione possa trovare occasioni di impiego nell’ambito dell’organizzazione.
Un ulteriore consiglio viene dal segretario Uil Scuola: suggeriremmo molto sommessamente al legislatore di evitare termini appartenenti ad altre lingue e culture e utilizzare la nostra bella lingua italiana almeno quando si scrivono leggi e atti ammnistrativi nazionali. La competizione in ogni campo si combatte nell’ambito culturale. Quando si inseguono altri linguaggi si perde quel pezzo di identità che nella scuola deve, o almeno dovrebbe, rappresentare l’elemento prioritario.
MOBILITY MANAGER: ecco le linee guida in sintesi
L’istituzione della figura del mobility manager scolastico, secondo la bozza presentata dall’Amministrazione, è finalizzata a promuovere nelle scuole la mobilità sostenibile per fare in modo che anche l’agire quotidiano della comunità scolastica possa contribuire a raggiungere gli obiettivi enunciati dall’art. 5, comma 6, della legge 28 dicembre 2015, n. 221, quali:
- assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico;
- la riduzione dei consumi energetici;
- l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale;
- la riduzione al minimo dell’uso individuale dell’automobile privata e il contenimento del traffico.
Dovrà occuparsene un docente individuato dal dirigente scolastico che, attraverso una piattaforma messa a disposizione del Ministero, potrà:
- consultare i servizi pubblici nella propria area di riferimento;
- individuare delle diverse modalità per compiere il percorso casa-scuola-casa e la possibilità di ricevere le notifiche automatiche sugli eventi in grado di incidere sulla configurazione corrente del piano di spostamenti;
- elaborare nuove linee di trasporto scolastico attraverso il supporto di grafici che rappresentano i tragitti casa-scuola, secondo la modalità di spostamento scelta (a piedi, in bicicletta, mezzi di trasporto pubblici o auto privata);
- individuare punti di ritrovo dei percorsi di mobilità casa-scuola-casa (capolinea e fermate) sui quali far convergere gli studenti;
- elaborare spostamenti attraverso simulazioni offerte dalla piattaforma stessa.
Il tutto senza riduzione di orario per il docente rispetto al proprio orario di servizio e senza che tale incarico possa essere retribuito. Il decreto, infatti, prevede espressamente che l’attuazione di tale figura deve avvenire senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.