Il sistema di istruzione è per noi settore fondamentale su cui confrontarci per la definizione delle misure del Pnrr – ha detto la segretaria confederale Ivana Veronese in apertura del suo intervento durante la riunione sindacati – ministro Bianchi – è il futuro che dobbiamo creare per le nuove generazioni.
Governance e complementarità dei fondi sono i temi aperti dalla Segretaria UIL in vista del confronto fissato a Palazzo Chigi. Il nodo delle risorse e delle vecchie programmazioni va chiarito – ha detto Veronese – soprattutto in relazione alla loro destinazione nei diversi capitoli.
Se pensiamo alla situazione strutturale da cui partiamo – ha osservato – anche le pur capienti cifre del piano rischiano di non essere sufficienti. Ci deve essere un impegno chiaro a non disperdere le risorse ordinarie già previste.
Altro tema cruciale per la UIL è quello dei divari, delle aree interne, delle periferie.
E’ lì che disegniamo il futuro dei nostri ragazzi e ragazze, e del nostro Paese.
La carenza strutturale del Mezzogiorno, in tema di asili, mense, tempo pieno, ad esempio, è evidente. Del pari gli investimenti vanno indirizzati proprio dove è maggiore il divario. Ugualmente vanno programmate risorse che ne consentano, nel tempo, il pieno funzionamento e gestione.
Edilizia scolastica, didattica digitale, dispersione scolastica, laboratori, sono altri settori importanti di intervento. Vorremmo avere garanzie della distribuzione territoriale delle risorse legate a questi capitoli di intervento – ha sottolineato Ivana Veronese – con maggiore attenzione alle aree più svantaggiate. Da riprendere il tema dell’alternanza scuola lavoro. Messa terra dei progetti e monitoraggio sono i campi di intervento nei quali si chiede il più ampio coinvolgimento.
Un piano per cinesi? Siamo pronti a decidere tutto, analizzare costi e profitti? E’ tutto pronto ma non si capisce quali sono i presupposti, quali i principi inderogabili – è questo il dubbio forte espresso dal segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso della riunione di questa mattina con il Ministro e il Capo di Gabinetto, Fiorentino.
Dubbi che riguardano i rischi di privatizzazione, di scelte non condivise. Al contrario – ha detto Turi – quello che va creato è un clima di fiducia nella scuola, bisogna lavorare insieme agli insegnanti. Parlare di formazione senza il loro coinvolgimento significa mancare in pieno l’obiettivo. Si parta dal riconoscimento della loro professionalità. Serve solidarietà, non competizione.
Sui problemi di struttura si potrà trovare facilmente la quadra perché abbiamo dei divari oggettivi da recuperare – si pensi all’edilizia scolastica, ha osservato il segretario generale Uil Scuola – dal punto di vista di un milione di persone cui si chiede di ‘rivoluzionare’ l’attività professionale, facciamo attenzione.
Gli insegnanti per mestiere sono formatori. Venite al prossimo contratto con risorse adeguate.
Per la realizzazione di questo piano non vorremmo fosse usato il metodo dei vaccini – quello della sanzione invece dell’incentivazione. Questo progetto potrà avere esito positivo se si creerà un clima positivo che ora, purtroppo, non c’è. Siamo disponibili a lavorare con patti chiari: il piano deve inserirsi nell’ambito dei valori costituzionali che disegnano la scuola della Repubblica italiana che ne sancisce la propria identità culturale. Rispondere agli obiettivi fissati dall’Europa significa trovare strumenti rispettosi e rispondenti al nostro modello culturale.