Il Ministero dell’Istruzione ha presentato oggi via webinar l’Ordinanza e le Linee Guida per l’introduzione del giudizio descrittivo nella valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella scuola primaria.
L’Amministrazione, richiamando i decreti legislativi 62 e 66 del 2017, l’offerta formativa di ogni istituzione scolastica, la personalizzazione dei percorsi e le Indicazioni Nazionali, intende assegnare alla valutazione una valenza formativa ed educativa utile al miglioramento dell’apprendimento.
In apertura della presentazione, la Ministra Azzolina ha dichiarato che si tratta di «una svolta concreta nella valutazione» degli alunni di questo segmento scolastico, «un passo decisivo che si inserisce in un percorso molto più complesso di innovazione per una scuola che, a maggior ragione ai tempi del Coronavirus, sente la necessità di mutare, di rigenerarsi, di andare al passo con i tempi».
Secondo la viceministra Anna Ascani: «il giudizio descrittivo è un punto di svolta importante auspicato da gran parte della comunità scolastica, un lavoro che è stato possibile grazie alla collaborazione con il Parlamento e con il Senato».
La presentazione via streaming ha visto la partecipazione del capo Dipartimento Bruschi, della coordinatrice del gruppo di lavoro Elisabetta Nigris e di altri esperti che hanno cercato di chiarire i punti dell’ordinanza e delle linee guida sottolineando l’importanza di una “valutazione per l’apprendimento” che abbia a oggetto “il processo formativo e i risultati di apprendimento”. Una valutazione che “precede, accompagna, segue” ogni processo curricolare e che deve consentire di valorizzare i progressi degli alunni.
Si va dagli obiettivi di apprendimento ai giudizi descrittivi.
Gli obiettivi descrivono manifestazioni dell’apprendimento in modo specifico ed esplicito, Contengono “l’azione“ del processo cognitivo messo in atto, i contenuti disciplinari e i nuclei tematici delle Indicazioni Nazionali.
Sono individuati quattro livelli di apprendimento: avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione.
Questi si definiscono in base ad almeno quattro dimensioni, così delineate: autonomia, tipologia della situazione (nota o non nota), risorse mobilitate per portare a termine il compito, continuità nella manifestazione dell’apprendimento.
Le linee guida sottolineano l’importanza di un coordinamento scuola – famiglia per strutturare percorsi educativo-didattici che mettano in atto strategie di individualizzazione e personalizzazione .
La valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità certificata sarà espressa con giudizi descrittivi coerenti con il PEI ( piano educativo individualizzato) così come quella degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e con bisogni educativi speciali (BES) terrà conto del piano didattico personalizzato.
Ogni istituzione scolastica, nell’esercizio della propria autonomia, partendo dal proprio curricolo, elaborerà il Documento di Valutazione, tenendo conto sia delle modalità di lavoro e della cultura professionale della scuola che dell’efficacia e della trasparenza comunicativa nei confronti di alunni e genitori.
Anche nella forma grafica si potranno utilizzare modelli e soluzioni differenti, che dovranno comunque contenere: la disciplina; gli obiettivi di apprendimento (anche per nuclei tematici), il livello, il giudizio descrittivo
Restano invariate la descrizione del processo e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti, la valutazione del comportamento e dell’insegnamento della religione cattolica o dell’attività alternativa.
Nel nuovo impianto che, in futuro, potrebbe essere introdotto anche nella scuola secondaria, la valutazione in itinere verrà documentata dall’insegnante attraverso il registro elettronico o altri strumenti comunicativi, in modo da consentire una rappresentazione chiara, trasparente e articolata del percorso di apprendimento di ciascun alunno.
Il processo di transizione alle nuove modalità di valutazione sarà accompagnato da azioni di formazione allo scopo di orientare e supportare le istituzioni scolastiche.
La Uil Scuola, pur comprendendo lo sforzo dell’Amministrazione nel ritenere che un numero non possa sintetizzare appieno il percorso educativo e didattico degli alunni, rileva che, in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza epidemiologica, sarebbe opportuno orientare la maggior parte delle energie e delle risorse per tornare a una didattica in presenza e in sicurezza su tutto il territorio nazionale e per tutti gli ordini di scuola anche perché, è appena il caso di ricordare, che negli ultimi trent’anni abbiamo assistito a un “balletto” delle modalità di valutazione per questo segmento scolastico.
Sono le uniche riforme, a costo zero per l’Erario, ma non per i docenti che, al di là dell’enfasi, assistono all’alternarsi dei vari governi, al cambio ciclico tra voti e giudizi. Un tornare e ritornare, a cicli, secondo le posizioni politiche. Un modo di procedere, dettato da connotazioni più politiche che di sistema, di cui la scuola reale farebbe volentieri a meno. Serve stabilità e non bandierine ideologiche.
Un cambio e ricambio che evoca continuamente la formazione obbligatoria.
A questo proposito è bene ricordare, che questo Ministero continua a parlare di formazione dimenticando che il CCNL, all’art. 64, costituisce un diritto per il personale e ne prevede l’obbligo solo all’interno dell’orario di servizio.
Per la Uil Scuola ha partecipato Roberta Vannini.