Comitati di valutazione – Così come sono concepiti non servono a niente

Così come sono concepiti non servono a niente

Comitati di valutazione

Il monitoraggio non può trasformarsi in una gabbia ideologica in cui le persone, dopo l’identificazione, vengono inviate a formazione obbligata.

 

Le procedure di attribuzione del bonus che ha natura di salario accessorio, non  devono essere confuse con quelle di valutazione dei docenti; la prima, fonte di enormi contestazioni  resta nell’ambito della 107; la valutazione dei docenti, cosa ben diversa ed  argomento delicato  va ricondotta nella sede contrattuale per correggere gli errori ed eliminare la confusione indotta dalla legge; con questaprocedura non si riconoscono ai docenti le molteplici e diverse professionalità, svilite da trattamenti economici troppo bassi, che si intende nascondere sotto goffi tentativi di valorizzazione del merito.

Solo una adeguata sede pattizia può intervenire in maniera equilibrata sulla materia come  già accaduto con la commissione per l’articolo 22 nel 2004.

Dalla presentazione dei documenti del MIUR sulla costituzione dei comitati di valutazione e sulle loro attività  sono emerse tante  criticità su cui la UIL ha  espresso la propria netta contrarietà. L’identificazione nominativa dei componenti del comitato di valutazione, non fornisce alcun elemento di sistema, la rilevazione parte in modo asimmetrico rispetto a finalità ed obiettivi che dovranno essere riallineati dal comitato tecnico nazionale.

Occorre rilevare che i documenti sono  già pubblicati e trasmessi alle scuole.
E’ certo che un confronto più aperto avrebbe evitato errori grossolani. A che serve, ci chiediamo,  ai fini della rilevazione conoscere i nomi dei componenti invece che la loro professionalità? Anzianità di servizio,  titolarità, esperienza pregressa, formazione specifica e quant’altro. A cosa rileva il tipo  di comunicazione usata per le motivazioni di attribuzione del  bonus?  Il monitoraggio non deve aumentare la  già  lunga pletora delle complicazioni burocratiche né confondere ancor più le idee.

Le   modifiche alla tempistica già definita per la elaborazione delle procedure di autovalutazione, il RAV, ed i suoi aggiornamenti, i piani di miglioramento, il bilancio sociale hanno l’effetto di far coincidere impropriamente  il bonus con la valutazione  delle persone.

Il bonus e la chiamata diretta dagli ambiti sono effetti,  tra i più nefasti della legge 107, che vanno cambiati. I numerosi errori presenti, ormai anche riconosciuti, meritano una pausa di riflessione  per evitare che la legge si strasformi nella tomba dell’autonomia invece che nella sua valorizzazione.