ISTAT: in calo la popolazione scolastica | Turi: flessione natalità e classi troppo numerose, paradosso italiano

E’ il momento di riallineare le nostre classi ai livelli precedenti ai tagli degli ultimi anni

Sono due le indicazioni che possiamo trarre dai dati Istat: quella oggettiva legata alla contrazione della popolazione scolastica, sia italiana che straniera e quella di sistema che vede in Italia le classi più numerose. Il dato incrociato porta a due condizioni negative – mette in evidenza Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola – una flessione della natalità a cui corrisponde un sistema di classi troppo numerose.

Il trend in flessione del numero degli alunni dovrebbe condurre – sottolinea Turi – alla soluzione di almeno un problema: riportare il numero di alunni per classe almeno ai livelli europei.

La denatalità e conseguente riduzione degli alunni, si scontra con un altro paradosso tutto italiano: il 60% circa dei docenti ha più di 50 anni, rappresentando i più anziani d’Europa. Anche il rapporto alunni /docenti è più alto rispetto alla media europea.

L’unico parametro sotto la media europea è la retribuzione che vede i docenti italiani all’ultimo posto solo dopo la Grecia. Sono tutti dati che portano a una constatazione chiara – spiega Turi – la politica scolastica degli ultimi anni, è stata completamente avulsa da elementi di programmazione e completamente delegata ai ministeri economici e alle politiche finanziarie dei tagli lineari e della riforma pensionistica. E’ arrivato il momento di una inversione di tendenza a cui la politica è chiamata a dare risposte, a partire dal rinnovo del contratto con cui superare, almeno alcuni dei tanti paradossi del sistema scolastico italiano.