La lettura dei dati Eurostat fa emergere una notizia buona ed una cattiva: il sistema scolastico italiano è solido e funziona. Dal 2002 ad oggi sono raddoppiati coloro che hanno acquisito un titolo di istruzione superiore, dal 13,1 al 26,2.
Quindi la nostra scuola ha svolto, e bene, il suo ruolo – commenta Pino Turi, segretario generale della Uil scuola.
La cattiva notizia è data dal numero di laureati ancora troppo pochi: il 26,2 %, rispetto alla media europea del 39,1.
Entrambe le informazioni statistiche ci riportano alla riforma del Governo sulla scuola, che semmai fosse ancora necessario, dimostra di aver bisogno di un ripensamento radicale.
I 12,9 punti di differenza tra noi e la media europea sono davvero troppi – aggiunge Turi – e fanno pensare che sulla buona scuola bisognerà ritornare.
Occorre ritornare al ruolo e alla funzione delle scuola che è principalmente educativa. Le conoscenze possono diventare competenze. Non è vero sempre il contrario.
Combattere l’ignoranza e costruire lo spirito critico questo dovrebbe essere il compito di un sistema di istruzione che forma cittadini del mondo.
Ancora una volta servirebbe uscire dalle strettoie di una legge nata un po’ per risparmiare e un po’ per rispondere alle logiche del mercato.
Il compito del sistema di istruzione non deve essere legato esclusivamente alla ricerca di un posto di lavoro, ma quello di fare studiare i ragazzi, dare senso alle loro aspirazioni e perché no anche farli sognare, portarli alla laurea. Ne va del futuro del paese.