Saranno presentati al giudice del Lavoro dalla Uil Emilia Romagna “Docenti scavalcati da colleghi con meno punti e meno esperienze”.
Cinque ricorsi contro l’algoritmo del ministero dell’Istruzione per come il cervellone ha assegnato le cattedre da Gps (Graduatorie provinciali per le supplenze) che avrebbe leso i diritti dei docenti candidati. A presentarli al giudice del Lavoro chiedendo una corretta attribuzione dell’incarico, è la Uil Scuola Emila Romagna sull’onda del ricorso pilota vinto, dalla Uil Scuola, al tribunale del Lavoro di Ivrea. “Con questi ricorsi, vogliamo tutelari i docenti penalizzati da questo meccanismo paradossale e penalizzante, come lo ha definito il giudice di Ivrea che ci ha dato ragione”, denuncia il segretario generale della Uil Scuola Emilia Romagna, Serafino Veltri. Con le assegnazioni via cervellone, “sono stati centinaia i docenti che, pur in posizione utile alla nomina e con punteggi alti, si sono visti scavalcare da colleghi con meno punti, meno esperienze e con posizioni in fondo alle Gps”, accusa Veltri.
Tutto questo “ha causato danni sia economici perché molti non lavorano neanche con supplenze brevi sia professionale perché, non lavorando, non avranno i 12 punti di servizio per l’anno scolastico”. A livello regionale e nazionale, rivela il segretario della Uil Scuola Emilia Romagna, “abbiamo subito evidenziato le criticità emerse durante le fasi di assegnazione delle supplenze tramite algoritmo. L’Amministrazione ci ha risposto che, per loro, il sistema informatizzato ha funzionato “molto meglio” rispetto al passato e che le criticità sono scaturite dall’errata compilazione della domanda da parte dei docenti e da uno scorretto utilizzo della piattaforma informatica da parte delle scuole e degli ambiti territoriali”. Però, chiarisce con una stoccata Veltri, “sia gli ambiti territoriali sia le scuole sono articolazioni del Ministero stesso che è quindi anch’esso colpevole degli errori”. Di fatto, il cervellone “nei turni successivi di nomina, è ripartito assegnando le supplenze dall’ultima posizione in graduatoria rispetto al primo turno, considerando rinunciatari coloro che potevano ottenere la nomina sulla base delle nuove disponibilità”. Così ha “violato i diritti di chi, in graduatoria, era in posizione utile e con un punteggio superiore. Questo ha causato ripercussioni sui docenti coinvolti e sugli alunni che non vedono garantita la continuità didattica”.
Giacomo Rizzi