In otto anni, il precariato tra i docenti è quasi raddoppiato, con picchi allarmanti nel sostegno. Situazione critica anche per il personale ATA, mentre si annunciano nuovi tagli per il 2026.
Il dossier UIL Scuola fotografa la crisi del precariato a Bologna
Un’analisi basata sul dossier nazionale UIL Scuola RUA mette in luce la drammatica crescita del precariato nella scuola bolognese tra il 2015/16 e il 2022/23, distinguendo la situazione dei docenti da quella del personale ATA.
Docenti: il precariato cresce di quasi 6 punti percentuali
“Nel 2015/16 i docenti precari erano 2.101 su un totale di 12.486, pari al 16,83%. Nel 2022/23 il numero è salito a 2.995 su 13.258, raggiungendo il 22,59%“, dichiara Serafino Veltri, segretario della UIL Scuola di Bologna – Emilia Romagna. In otto anni, il tasso di supplenze è cresciuto di quasi 6 punti percentuali, evidenziando una precarizzazione sempre più diffusa.
Ancora più preoccupante la situazione degli insegnanti di sostegno: “Nel 2015/16 erano 488 su 1.699 (28,72%), mentre nel 2022/23 sono schizzati a 1.343 su 2.440, portando la percentuale dei precari al 55,04%”.
“Un dato sconfortante“, commenta il dirigente sindacale, “se si considera che oggi, a Bologna, quasi un docente su quattro è supplente”. La carenza di investimenti strutturali nella scuola ha reso il “valzer delle cattedre” una costante, minando la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento. “Dal prossimo anno scolastico si prevede un taglio di 5.660 docenti a livello nazionale, una misura che penalizzerà inevitabilmente anche il nostro territorio. Invece di sfruttare la riduzione del numero di alunni per abbassare il rapporto studenti-docente, si sceglie di tagliare posti di lavoro e peggiorare le condizioni di insegnamento“.
Uno studio UIL Scuola del 2022 ha stimato che la stabilizzazione del personale precario avrebbe un costo medio di 715 euro annui per docente. A livello nazionale il costo sarebbe di circa 180 milioni di euro. “Una cifra spaventosa per noi comuni mortali, ma sicuramente irrisoria per il bilancio dello Stato“, sottolinea Veltri.
Personale ATA: precariato in aumento e tagli all’orizzonte
Anche per il personale ATA la situazione non è meno grave. Nel 2015/16 i contratti a tempo determinato erano 558 su 2.798 unità (19,94%). Nel 2022/23 si è arrivati a 946 precari su 3.377 addetti, con una percentuale salita al 28,01%.
“Se si continua così, il sistema scolastico andrà presto al collasso“, avverte il sindacalista. “Nel 2026 assisteremo a un ulteriore taglio di 2.174 unità di personale ATA a livello nazionale. A chi spetterà aprire le scuole se il collaboratore scolastico di turno si ammala? Come si potranno garantire gli standard minimi di igiene e sicurezza? Il personale amministrativo, già sommerso da incombenze sempre più complesse, riuscirà a far fronte a tutto questo?”.
Le regole sulle nomine dei supplenti si sono irrigidite, complicando ulteriormente la gestione del personale. “Chiediamo da anni immissioni in ruolo su tutti i posti disponibili e un ampliamento dell’organico per stabilizzare anche il personale aggiuntivo“, conclude Serafino Veltri. “La scuola italiana non può funzionare senza un organico ATA stabile e adeguato. Senza interventi immediati, a pagare il prezzo più alto saranno ancora una volta gli studenti e le famiglie“.