Scuola, precariato in crescita: in Emilia Romagna un docente su tre è supplente

Scuola, precariato in crescita: in Emilia Romagna un docente su tre è supplente

Secondo un’analisi della UIL Scuola RUA, i dati sul precariato docente confermano una situazione allarmante: nel 2022/23 quasi il 29% degli insegnanti è stato assunto a tempo determinato. Il sindacato denuncia: “Manca la volontà politica di investire sulla scuola”.

 

La UIL Scuola RUA, dopo aver analizzato i dati sul precariato del personale ATA, ha esteso la propria ricerca ai docenti, prendendo in esame il periodo compreso tra l’anno scolastico 2015/16 e il 2022/23. Il quadro che emerge è preoccupante.

“I numeri sono impietosi e non lasciano spazio a dubbi” – ha dichiarato Serafino Veltri, segretario generale UIL Scuola dell’Emilia-Romagna. Nell’anno scolastico 2022/23, nella nostra regione, i docenti assunti a tempo determinato sono stati 18.695 su un totale di 64.558, pari al 28,96% del personale. Nel 2015/16, i precari erano 9.400 su 57.237, con una percentuale del 16,42%.

“Un dato sconfortante – sottolinea Veltri – se si considera che oggi, in Emilia-Romagna, un docente su tre è supplente”. Il sindacalista punta il dito contro l’assenza di investimenti strutturali nella scuola: “Nessun Governo ha mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, e chi lavora ogni giorno nelle aule ne paga le conseguenze. Non può esistere un vero diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito, senza un sistema scolastico di qualità”.

L’instabilità del corpo docente si traduce in difficoltà per gli studenti, costretti ogni anno ad assistere al cosiddetto “valzer delle cattedre”. “Troppi insegnanti si avvicendano sulla stessa materia prima di ottenere una nomina definitiva fino a fine anno”, denuncia Veltri. A questo si aggiunge la prospettiva di un ulteriore taglio: “Dal prossimo anno scolastico, assisteremo alla riduzione di 5.660 unità a livello nazionale di personale docente, una misura giustificata dal calo delle nascite. A nostro avviso, questa poteva essere un’opportunità per ridurre il numero di alunni per classe, migliorando le condizioni di lavoro e la qualità della didattica”.

Negli anni scorsi, la UIL Scuola ha elaborato uno studio secondo cui stabilizzare tutto il personale precario della scuola avrebbe un costo medio di 715 euro annui per ogni docente. Per la sola Emilia Romagna, la spesa ammonterebbe a poco più di 14 milioni di euro l’anno, mentre a livello nazionale il costo sarebbe di circa 180 milioni di euro. “Una cifra irrisoria nel bilancio dello Stato”, sottolinea Veltri.

“Da anni chiediamo che l’organico di fatto venga trasformato in organico di diritto e che tutti i posti disponibili siano coperti con assunzioni stabili. Manca la volontà politica di farlo e, di conseguenza, la volontà di restituire dignità alla categoria docente, che un tempo rappresentava un’eccellenza in Europa”, conclude il segretario UIL Scuola.

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