RASSEGNA STAMPA | Il Resto del Carlino – Supplenti, il grande caos “colpa dell’interpello”

Il Ministero ha cambiato le modalità di reclutamento degli insegnanti. Addio alla messa a disposizione: e ora ogni istituto procede a modo suo.

Se prima era la mad, ora è l’interpello. Risultato: un caos enorme. Fuor di burocratese, stiamo parlando della caccia ai supplenti. Esaurite, soprattutto per materne ed elementari, le Gps (Graduatorie per le supplenze) e le Graduatorie d’Istituto, le scuole, fino all’anno scorso, spulciavano le mad (messa a disposizione) composte da insegnanti che inviavano il curriculum vitae.

Ora il nuovo regolamento, elaborato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha abolito le mad e si è inventato l’interpello. Ovvero un sos ‘cerchiamo un docente’ lanciato on line su tutto il territorio nazionale. Il problema è che il regolamento è talmente generico che ogni istituto si fa un interpello su misura. Dalla piattaforma al formato. Inoltre se prima la ricerca del docente era abbastanza veloce ora si allungano i tempi e si rischia la risposta, magari per due giorni di supplenza, arriva tardi.

“Ma era proprio necessario l’interpello? Non era più semplice ed efficace normare le vecchie mad, invece di appesantire in modo burocratico le segreterie scolastiche?”. A chiederselo, in modo provocatorio, è il segretario regionale della Uil Scuola, Serafino Veltri.

“In queste settimane sono stati pubblicati dalle scuole i primi avvisi/interpelli per le supplenze ancora da assegnare – spiega Veltri -. In particolare alle materne e alle elementari, la situazione è drammatica: il supplente serve fin dal primo giorno e trovare un docente in una giornata è praticamente impossibile. Peggio se andiamo sul sostegno, con centinaia di supplenze da dare, graduatorie esaurite e personale senza titolo”.

Questo, denuncia il segretario regionale Uil Scuola, è “un ulteriore carico di lavoro che ricade sulle segreterie già gravate da molteplici adempimenti che si vedono di fatto sommerse da decine, in alcuni casi anche centinaia, di risposte trasmesse, a volte in maniera automatica da piattaforme che a pagamento offrono questo servizio, dagli aspiranti docenti”.

 

fonte: Il Resto del Carlino

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