Coro di ’no’ all’idea di Ascom di sfasare l’entrata in aula per snellire il traffico. Veltri (Uil): “Daremo battaglia”. La Cisl: “Scaricano i problemi sul settore”.
È una bocciatura senz’appello quella incassata dalla proposta dell’Ascom di modificare gli orari di ingresso di elementari e superiori per decogestionare il traffico. A pronunciarla: Asabo (il parlamentino delle scuole bolognesi), Anp (sindacato dei presidi), Cinnica (consulta per l’infanzia), Cisl Scuola Bologna, Uil Scuola E-R e il trio Cgil Bologna-Fp Cgil-Flc Cgil.
Al netto del monte ore settimanale previsto dal contratto nazionale dei docenti (25 ore alla materna, 22+2 all’elementare, 18 per medie e superiori ciascuna), l’orario, grazie all’autonomia, lo stabilisce il Collegio dei Docenti e lo ratifica il Consiglio di Istituto. Nessuna ingerenza esterna. Ad accendere la miccia è l’Asabo con il presidente Fulvio Buonomo: “Ma la scuola conta qualcosa oppure viene dopo tutto? Non possiamo sempre dover risolvere i bisogni altrui”. L’orario “tiene conto di molti fattori, inclusi quelli didattico-educativi”. Se le superiori “entrano alle 8.40, uscirebbero dopo le 14, quando va bene. Chi ha un’ora di corriera, come fa?”.
Non è da meno Teresa Pintori dell’Anp bolognese: “Se uno ha due figli tra elementare e media che succede? Si decongestiona il traffico, facendo girare i genitori?”. La proposta dei commercianti, insomma, “non è una grande idea. Oltretutto, si esce a quell’ora perché si va a lavorare. Perché non chiedere alle aziende di cambiare i loro orari?”, chiede Pintori. “Ci risulta difficile comprendere quali sarebbero i vantaggi” dell’anticipo. Chi l’ha pensato “non conosce le dinamiche di spostamento delle famiglie nell’accompagnamento a scuola”, esordisce Cinnica che ha già inoltrato al Comune sue proposte. Elementari e medie “sono scuole di stradario: già oggi è molto sconveniente usare l’auto, poiché gli istituti sono piuttosto vicine alle abitazioni”.
Lapidario, Claudio Guido Longo (Cisl Scuola): “Non si possono scaricare sempre tutti i problemi sulla scuola che ha finalità educative”. Alza il tiro, Serafino Veltri della Uil Scuola regionale che bolla l’idea come “inaccettabile e sconcertante: daremo battaglia in tutte le sedi per contrastarla”. I disagi “creati alle famiglie chi li risolve? E i bambini delle elementari che si alzeranno 45 minuti prima e spesso devono stare a scuola fino alle 16.30: la loro stanchezza fisica e psichica chi la ripaga?”.
Chiudono Cgil Bologna-Fp Cgil-Flc Cgil: “La scuola non è un centro commerciale, dove le esigenze di mercato determinano orari di apertura delle attività. Ci vuole rispetto e buon senso. Assistiamo alla messa in gioco della scuola solo quando problemi complessi trovano nella scuola il soggetto su cui scaricare facili soluzioni”. Tra l’altro, materne ed elementari “hanno già un servizio di pre post-scuola”. Il pre comincia alle 7.30 e il post arriva alle 18. Ciò “consente una certa flessibilità. Occorrerebbe affrontare il tema dei costi e dell’accessibilità del servizio”. Per contro, il trio vorrebbe che tutti chiedessero, invece: un organico adeguato; assunzioni; classi con un numero di alunni adeguato; inclusione reale di alunni disabili, stranieri, dsa e bes; retribuzioni adeguate.