Distribuiamo le risorse disponibili pari al 4% meno dell’inflazione e trattiamo gli aspetti giuridici in coincidenza con il secondo triennio contrattuale (2022/24) che si è già aperto
Un livello di inflazione che supera il 6% e risorse in Finanziaria che sfiorano il 4%: bisogna ricostruire il potere d’acquisto delle retribuzioni. Quali sono le risorse finanziarie disponibili?
E’ questo l’esordio di Pino Turi durante la prima riunione per il rinnovo del contratto scuola che si è svolta oggi pomeriggio all’Aran.
Abbiamo un contratto abbondantemente scaduto che deve definire diritti e obblighi: quando si decidono alla fine di un contratto c’è un atto che arriva dopo la gestione. Dopo e non prima. Un paradosso.
Non inseguire le affermazioni ciò che afferma la politica; sappiamo le cose dagli atti del Governo.
Quella affidata all’Aran è una ‘missione impossibile’: chiudere un contratto in pendenza di un atto legislativo (il decreto legge 36/2022 – che ha un iter di conversione al 14 giugno e sul quale si è innestata la protesta ampia e diffusa del personale e l’indizione dello sciopero generale) che ha effetti devastanti sul lavoro delle persone.
Si può negoziare mentre il Governo decide per legge su materie contrattuali?
Serve un contratto capace di incidere anche sulla normativa: in tre anni sono cambiate moltissime cose.
Punto dipartenza può essere la stessa fonte normativa (D.L.75/2017) che ha permesso di derogare per via negoziale alle strettoie normative della Legge 107 e che argini le continue e devastanti invasioni di campo del legislatore sulla materia contrattuale.
Non vogliamo fare un copia-incolla da altri contratti. Gli istituti utilizzati per le attività amministrative non possono essere utilizzati per la scuola.
Due le osservazioni di metodo e di merito: la definizione della didattica a distanza – che è stata oggetto di un contratto integrativo separato che la Uil non ha sottoscritto – e che va riportata a logica contrattuale.
La situazione di un contratto integrativo sulla mobilità firmato da un solo sindacato sul quale va fatta chiarezza. Tema strettamente connesso alle relazioni sindacali e ancor più con la trattativa che si sta aprendo.
Da inserire nei temi oggetto del prossimo negoziato – ha detto Turi – c’è anche la questione della verifica del sistema sanzionatorio lasciata in sospeso dallo scorso contratto. Non è più accettabile il proliferare di provvedimenti disciplinari nelle scuole. Va trovato un sistema in grado di gestire i conflitti, di abbassare il livello di contenzioso (altissimo) nelle scuole. Serve una sede contrattuale per garantire la libertà di insegnamento costituzionalmente protetta.
Il tanto ostentato nuovo ordinamento professionale del personale ATA parte dall’oscuramento del lavoro delle commissioni paritetiche (un lavoro nullo, hanno operato in assenza di atto di indirizzo e di risorse) e rischia di infrangersi sulla risibilità delle risorse disponibili (130 € medie annue).
Ci sono volute tre Leggi di Bilancio per arrivare a questa tornata elettorale – è questa l’ammissione del Presidente dell’Aran.
Il Testo Unico, opera utile per omogeneizzare la normativa specifica, non è una cosa semplice: a parte la difficoltà, ogni norma nuova viene successivamente sottoposta a controllo, anche rispetto agli oneri connessi. Questo potrebbe provocare uno slittamento consistente dei tempi, calcolando in questo il ruolo degli organi di controllo della spesa.
Ogni comparto è a sé – ha detto ancora Naddeo – rispetto alla questione aperta di non procedere con un generico copia incolla rispetto a quanto definito per i poteri centrali e perla pubblica amministrazione.
Non si fa copia incolla. Su alcune questioni l’Aran ha una posizione, ad esempio sul lavoro agile.
Se fare o non fare il lavoro agile lo sceglie il datore di lavoro. Una volta scelto vanno decise le regole da applicare. Altro è la didattica a distanza.
Altra annotazione – rispetto ad alcune indiscrezioni di stampa – gli aumenti vanno calcolati lordo dipendente.
La prossima riunione sarà sicuramente sulle parti comuni e sarà programmata tra una decina di giorni.
Poi si deciderà come continuare il negoziato – ha detto il presidente dell’Agenzia di contrattazione per il pubblico impiego – in risposta alla richiesta di tavoli specifici per ognuno dei comparti di contrattazione (scuola, università, ricerca e accademie).
Per la Uil Scuola hanno partecipato Pino Turi e la Segreteria nazionale.