Di Pino Turi
Il rinnovo delle RSU è un bagno di democrazia: contrattazione, confronto, dialogo, partecipazione, trasparenza, pluralismo sono le parole che caratterizzano l’azione della Uil scuola nelle scuole.
Le elezioni sono sempre un banco di prova importante e, misurare il grado di rappresentatività, rappresenta un preciso dovere dei lavoratori che, con il loro voto, determinano anche gli equilibri all’interno della contrattazione di scuola, oltre a quella nazionale.
Scegliete chi dovrà sottoscrivere i contratti collettivi e chi garantisce i diritti collettivi dei lavoratori.
Non lasciate che la demagogia e la propaganda incidano nei vostri sacrosanti diritti; votate la coerenza, la competenza, la lungimiranza, l’esperienza, la passione.
Noi lo facciamo da sempre, forti di una identità radicata nei valori e nei principi, che non può sfociare in aridi tatticismi, ma deve avere un orizzonte strategico, che non tutti possono permettersi.
La UIL e la UIL Scuola sono alla vigilia di un Congresso che consentirà di discutere, affrontare i problemi e definire le strategie, con un unico fine, ridurre le disuguaglianze qualunque esse siano, di natura economica o di status, ma sempre lontana dalle divisioni e dalle lobby che i poteri economici con l’alleanza di questa politica senza strategia animano, inquinando l’integrità sociale, spinta all’individualismo, piuttosto che alla solidarietà.
Ci auguriamo che i partiti trovino le loro identità proprio con l’aiuto delle persone e dei lavoratori che noi vogliamo rappresentare. Sono le persone il punto da cui partire.
L’antidoto alla deriva populista, demagogica, a cui corrisponde una politica governativa incerta ed autoritaria, è il ritorno alle persone. Sono le persone che sono chiamate a fare sintesi politica, con il loro consenso che si può manifestare in tanti modi.
La nostra azione è di pungolo, critica e proposta.
I diritti guadagnati in decenni di lotte politiche sindacali e sociali non possono essere messi in discussione per logiche di mercato o interessi economici o politiche.
Ce la possiamo fare, ma abbiamo bisogno di forza contrattuale, per abbattere lobby e barriere, con la forza del consenso dei lavoratori.
E’ in questi momenti cruciali che il sindacato riafferma la propria linea di azione, definisce la propria identità, rafforza la propria rappresentanza con la decisione dei lavoratori.
E’ un passo importante, di democrazia, responsabilità, vero coinvolgimento.
Bisogna avere un orizzonte chiaro e radici profonde: mettiamo a disposizione la nostra identità, la forza per rappresentarli, partendo dall’unità – che non è falso unanimismo che tanto piace al pensiero unico – ma rappresentiamo un pensiero divergente, forte nella memoria dei lavoratori e nell’esigenza di dare seguito alle idee e valori dei nostri padri costituenti che quel pensiero hanno trasmesso.
Rappresentiamo un sindacato che negli anni è stato coerente, che non ha mai deviato dalla strada maestra della scuola della costituzione, della libertà di insegnamento, della professionalità del personale Ata. E’ la comunità educante che intendiamo difendere dalle sirene della politica e dalle lobby che la sollecitano e che la vorrebbero dividere. A noi quella comunità di persone che si rispettano piace come è.