Il ministro Bianchi convoca i sindacati il 17 novembre sulla Legge di Bilancio. Turi: “La scuola ha bisogno di misure urgenti: sia quelle che richiedono un braccio di ferro con il Tesoro (contratto) sia quelle a costo zero (vincolo). Pronti ad alzare il livello della protesta.
Una convocazione tardiva – così il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi commenta l’invio di questa mattina ai sindacati scuola dell’incontro sulla Legge di Bilancio.
Apprezziamo che il ministro abbia risposto alle sollecitazioni che abbiamo posto in queste settimane, l’ultima ieri nella quale lo chiamavamo a responsabilità politica.
Nei giorni che il Governo ha impiegato per trasformare la bozza del 28 ottobre nel testo ufficiale inviato alla Camere per l’approvazione, il quadro della scuola è rimasto invariato: si è deciso di non investire.
Si annunciano investimenti miliardari per la scuola (quelli del PNRR) ma nella Legge di Bilancio (bollinata) dove si stanziano le risorse per il personale, si mantiene una inconciliabile disparità di trattamento tra settori dello Stato (Scuola e PA) e nello stesso settore di negoziazione (tra Scuola, Università e Ricerca).
Il punto – osserva Turi – è che non si vogliono nemmeno fare interventi a costo zero, quelli che offrirebbero al personale della scuola migliori condizioni di lavoro.
Perché non togliere i vincoli a migliaia di docenti che – per ragioni disparate – sono rimasti bloccati in una determinata scuola? Perché non superare la logica degli stereotipi consentendo i passaggi di qualifica? Perché le burocrazie ministeriali si ostinano a definire testi più rispettosi del lavoro delle persone?
Il Governo Draghi sta disegnando un sistema scuola faraonico: palestre, scuole, digitale, transizione.
Ma nelle scuole, nelle classi – denuncia Turi – non c’è traccia di questo. Gli insegnanti hanno vincoli, strettoie burocratiche, esiti concorsuali ballerini, graduatorie sbagliate, stipendi inadeguati.
Ci sarà qualcuno che darà loro voce?
I presidi, ‘sono in solitudine’ – lo dice la relazione tecnica alla manovra di Bilancio, precisa Turi – perché costretti all’esercizio della loro professione attraverso mille circolari, adempimenti, misure di controllo. Le segreterie sono al minimo storico del personale. Molti impiegati sono con contratti a tempo, sostitutivi.
E’ la comunità educante che tiene le briglie delle scuole e le fa funzionare con successo.
Ministro, questa scuola che lei vuole ‘affettuosa’ – aggiunge Turi – ha bisogno di misure urgenti: sia quelle che richiedono un braccio di ferro con il Tesoro (contratto) sia quelle a costo zero (ad es. vincolo).
Il personale della scuola ha pensato a lungo che una svolta stesse arrivando – sottolinea Turi – ora quella svolta non si vede, anzi i burocrati di palazzo fissano anche le regole professionali.
Senza soldi non si fanno né le riforme né si modernizza il Paese. Nella scuola, invece di invertire le politiche neo liberiste degli ultimi anni, assistiamo ad un quadro di interventi regressivi che accentuano le divergenze sociali ed economiche, quelle che il mondo della scuola ha contribuito con il suo impegno a limitare. Trasformare la scuola in un grande centro di formazione professionale non è una buona idea per il futuro del Paese.
Siamo pronti ad alzare il livello della protesta e alla mobilitazione.