Lo schema di Legge di Bilancio proposto dal Governo anche se è solo all’inizio, parte male.
Studieremo bene il testo ufficiale, nelle prossime ore faremo gli approfondimenti tecnici e politici, ma ci sembra di potere anticipare un giudizio fortemente negativo su una manovra da 30 miliardi di euro, che davvero poco offre al sistema nazionale dell’istruzione – così il segretario della Uil Scuola, Pino Turi.
Ci saremmo attesi di vedere utilizzate le risorse straordinarie dell’Europa, attraverso una legge di Bilancio di supporto coerente a raggiungerne gli obiettivi: aggredire e risolvere i problemi strutturali di discriminazione retributiva tra diversi ordini e gradi di scuola, la composizione degli organici, un’azione di ripristino di equità salariale di un personale che vanta il triste primato di un forte precariato e delle retribuzioni più basse non solo nei riguardi dell’Europa, ma anche nei confronti dei colleghi della pubblica amministrazione.
Un esempio: si introduce l’attività motoria nella scuola primaria.
Ottimo intervento con un risvolto pratico incomprensibile: il docente che insegnerà alle elementari, cosa ben più difficile e complessa di quella rivolta ai più grandi, sarà pagato meno.
Quindi a materia uguale (attività motoria) si avranno per ordine di scuola, stipendi diversi.
Una logica di sistema che perpetua le differenze inaccettabili che un’azione, di modernità e di riforme, dovrebbe eliminare – osserva il segretario generale Uil Scuola -non esiste alcuna motivazione per la quale si applicano ai docenti stipendi diversi in funzione dei diversi ordini di scuola. E’ un’ottica che va superata.
Una scuola, ancora una volta, strattonata dagli scontri ideologici, da bandierine politiche che dovrebbero essere ammainate, ed invece si moltiplicano, che riguardano la card dei docenti che mantiene in vita la politica dei bonus, solo per la scuola, dove le risorse sono sempre poche e a rate, mentre invece andrebbero superati con interventi strutturali che ridiano equità e stabilità al sistema retributivo del personale.
Le attuali disuguaglianze meriterebbero una manovra diversa e non una finanziaria ordinaria come ne abbiamo viste tante negli ultimi anni – sottolinea Turi.
Problema culturale atavico, non certo finanziario, visto che questa volta le risorse ci sono e come sempre prendono strade diverse da quelle che dovrebbero.