Uil Scuola: Appello al ministro e Parlamento per rivedere l’intera materia alla luce delle evoluzioni normative in atto.
Stop alle riforme per via amministrativa. La sentenza del Tar, annullando i provvedimenti con effetto immediato, pone un problema politico, non solo tecnico.
Il TAR ha annullato il decreto interministeriale, con cui il MI aveva inteso di adottare criteri nuovi per un modello nazionale del piano educativo individualizzato, chiamato PEI.
Un piano che prevedeva sostanzialmente una riduzione delle risorse di personale specializzato per l’insegnamento agli alunni con disabilità. Riduzione che nelle intenzioni doveva essere compensata con una formazione da fare a tutti i docenti della classe.
Un doppio salto pensato in vero e proprio piano di tagli: riduciamo sugli insegnanti specializzati sostegno e utilizziamo gli insegnanti della classe ai quali facciamo un po’ di formazione. Risparmio assicurato.
Il nucleo di questo progetto era già nella riforma di Renzi, bloccata, ripresa dalla ministra Azzolina.
I giudici ammnistrativi, con una sentenza articolata, ci sono andati giù pesante annullando tutto il lavoro ammnistrativo messo in piedi per eccesso di delega.
Un buon segnale che, a nostro parere, dà uno stop riforme amministrative della scuola.
Un modo di procedere che ci ha visti fortemente contrari ogni volta – come è accaduto nello scorso dicastero – si è pensato di perseguire un rinnovamento attraverso riforme scolastiche senza consenso e senza condivisione.
La decisione del Tribunale amministrativo mette paletti molto chiari e offre un filtro di garanzia a questo modo di procedere per via amministrativa invadendo il campo dei diritti garantiti e costituzionalmente rilevanti.
Dopo le molte denunce, le rivendicazioni sindacali e delle categorie interessate si offre una risposta giurisdizionale al sentiment socio politico della comunità. Quello dell’inclusione è il fiore all’occhiello del sistema di integrazione scolastico italiano.
Venendo meno la circolare e il decreto, facciamo appello al ministro, al Governo e a tutte le forze politiche di rivedere l’intera materia alla luce anche delle evoluzioni normative in atto.
Sulle discriminazioni e sulle disabilità si dovrebbe intervenire diversamente dal passato, anche intercettando gli investimenti del PNRR.
Oggi, la sentenza del Tar, annullando i provvedimenti con effetto immediato, pone un problema politico, non solo tecnico, cui va data una risposta politica.