L’informativa sulla bozza di decreto relativo al Gruppo Inclusione Territoriale (GIT) e ai Centri Territoriali di Supporto (CTS) nonché la contrattazione integrativa inerente le risorse da destinare al GIT per l’anno scolastico 2021/22 sono state al centro dell’incontro tra l’amministrazione, rappresenta dal Direttore generale Dr. Ponticiello, e le organizzazioni sindacali.
Per la Uil scuola ha partecipato Pasquale Proietti, per l’IRASE Matteo Del Nobile.
La bozza di Decreto Interministeriale (MEF/Istruzione) definisce le modalità di funzionamento del GIT, la composizione, le modalità di selezione dei componenti, la sede e la durata degli incarichi. Verrà costituito un GIT per ogni Ambito Territoriale Provinciale o città metropolitana.
A livello provinciale verrà selezionato un docente esperto, da utilizzare nel GIT, ogni 23 scuole presenti nel territorio. Il GIT è composto da uno o più docenti esperti, sulla base del numero delle scuole, e dal Dirigente Tecnico o dal Dirigente Scolastico che lo presiede e coordina (a queste figure non spetta alcun compenso). Il GIT, dalla sua costituzione, dura in carica per tre anni. Supporta le scuole nella definizione del PEI. Per lo svolgimento di ulteriori compiti è integrato dalle associazioni maggiormente rappresentative nel settore, dagli EE.LL. e dalle ASL.
Selezione dei docenti esperti
Possono accedere alla procedura i docenti specializzati e in servizio su posti di sostegno a tempo indeterminato che abbiano superato il periodo di prova. Le modalità di selezione consistono nella valutazione dei titoli presentati dai candidati (Allegato 2) e in un colloquio. Le graduatorie hanno validità triennale.
I docenti componenti del GIT non sono esonerati dal servizio, spetta loro un compenso per le funzioni svolte. Le risorse complessivamente previste ammontano a 2.670.000 euro di cui 670.000 relative all’anno 2020 e 2.000.000 all’anno 2021. L’importo complessivo verrà distribuito a livello regionale sulla base del numero dei docenti componenti del GIT. La retribuzione individuale dei docenti verrà effettuata sulla base di parametri ancora oggetto di confronto tra le parti.
Nel prossimo incontro, in programma per lunedì 20 settembre, si dovrebbe decidere se si va verso un compenso orario fisso o se si opta per un compenso forfettario legato alla complessità.
Centri Territoriali di Supporto (CTS)
Un decreto del ministro dell’istruzione individuerà scuole di riferimento per consulenze, formazione, collegamento e monitoraggio a supporto dei processi di inclusione. Verrà individuato un CTS per ogni Ambito Territoriale Provinciale. Nelle città metropolitane potranno essere anche in numero maggiore.
La posizione della UIL Scuola
Quelli elencati sopra sono aspetti tecnici di un problema politico.
Per quanto ci riguarda restano due aspetti che sono prettamente politici: la riduzione dell’organico di sostegno e la formazione obbligatoria dei docenti. Se le riforme sono tutte come queste dobbiamo preoccuparci e reagire.
Abbiamo già contestato queste scelte alla ministra Azzolina. Dal ministro Bianchi ci saremmo aspettati un cambio di rotta che non c’è stato. Si continua sulla strada tracciata dalla contestata Legge 107/15.
Non si tiene conto che il metodo di inclusione che abbiamo in Italia è materia di studio da parte di altri Paesi europei.
In passato, delegazioni di docenti francesi e olandesi, nostri ospiti, sono venuti a visitare le scuole italiane per studiare e capire i nostri metodi di inclusione. Ora si fa un salto indietro mettendo in discussione qualcosa che funziona e che altri ci vogliono copiare.
Sia il governo precedente che l’attuale applicano in modo asettico la Legge 107/15. La legge più contestata degli ultimi cinquanta anni, soprattutto da alcuni partiti dell’attuale maggioranza di governo.
Come prevede in maniera inequivocabile la relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio, da un lato si tagliano posti di sostegno in organico di diritto, 1.800 subito e 5.000 all’anno per il futuro, dall’altro si scarica tutto sugli insegnanti della classe costringendoli ad una formazione specifica, con la presunzione di compensare (in astratto) ciò che si toglie a singolo alunno/a (subito e in concreto).
Come prevede la circolare ministeriale n. 40/21, siamo di fronte alla rottura del rapporto sinallagmatico gravità/rapporto 1/1, all’esenzione da alcune materie (si torna alla differenziazione). Il tutto compensato attraverso risorse professionali interne alla classe.
Formazione obbligatoria
Si introduce l’obbligo di formazione per i docenti che insegnano in classi con presenza di alunni con disabilità. Quindi se un docente, del tutto casualmente, si trova a lavorare in una di queste classi è obbligato a formarsi, altrimenti no. Un terno al lotto di una progettazione tutta teorica, spinta al risparmio e alla riduzione di personale docente specializzato.
In tema di obblighi, è appena il caso di ricordare che l’art. 64 del CCNL stabilisce che la formazione è un diritto del docente e che l’art. 22 ha reintrodotto la contrattazione nazionale sui criteri di ripartizione delle risorse.
Alla luce di questo, per la Uil le 25 ore di formazione sul sostegno devono necessariamente rientrare nell’orario di servizio, pertanto, nelle 40 ore funzionali all’insegnamento deliberate dal collegio docenti.
La conclusione di tutto porta a constatare che un docente che ha sostenuto e superato il concorso per insegnare lettere o matematica, suo malgrado, si ritroverà ad insegnare su posto di sostegno.
Alla fine, oltre ai docenti, i più danneggiati saranno i ragazzi che, a forza di tagli, avranno sempre meno docenti specializzati. Una cosa che colpisce è il silenzio assordante che è calato su tutta questa materia.