GREEN PASS E TAMPONI: VALE IL PROTOCOLLO POLITICO
UIL: Lasciamo la firma – perché il protocollo è politico – e ritiriamo la delegazione trattante al MI – perché la nota inviata alle scuole è atto amministrativo in contrasto con gli impegni assunti e noi non vogliamo essere complici delle brighe ministeriali.
A distanza di 6 giorni dall’inizio dell’anno scolastico appare irresponsabile tornare indietro sugli accordi assunti. E’ con responsabilità politica che la Uil Scuola conferma la propria firma al protocollo, ma contesta pesantemente la nota che lo stravolge, ritirando la delegazione trattante – così il segretario generale della Uil Scuola al termine della riunione nazionale del sindacato.
Il vertice Uil Scuola giudica inaccettabile la nota amministrativa prodotta dal ministero e per protesta decide di ritirare la propria delegazione.
A scuola con il green pass o con il tampone, questo dice il protocollo, e in conformità di legge il tampone è a carico del datore di lavoro. Questo abbiamo firmato – dice Turi – questo sosterremo, in ogni sede.
Il decreto del 6 agosto prevede il Green Pass per l’accesso ai locali. Il protocollo firmato rappresenta lo strumento per disciplinarlo in modo meno traumatico. Contiene impegni politici – dalle classi troppo numerose ai lavoratori fragili – che abbiamo ottenuto con un confronto serrato.
Ora vanno rispettati. E’ il ministro che se ne dovrà fare carico.
Le persone sono preoccupate e le scuole sono nel caos: i vaccinati con lo Sputnik che non è riconosciuto dall’Aifa che debbono fare? Vaccino prenotato il 3 settembre, posso andare a scuola il primo? Saranno i collaboratori scolastici a fare la sanificazione delle scuole? Sono una minima parte dei quesiti che arrivano alle nostre segreterie.
Lavoratori fragili, prenotazioni spostate, certificazioni in ritardo, persone pregiudizialmente contrarie. I casi sono diversi, vanno coniugate responsabilmente libertà e giustizia sociale – osserva Turi – e superato lo scontro ideologico.
Per paradosso – aggiunge – in base alle disposizioni di legge in caso di sanzione non è il preside che deve intervenire ma il Prefetto.
Quello della scuola è l’unico settore per il quale sono state previste anche sanzioni economiche. Mettere le mani in tasca ai lavoratori non presagisce nulla di buono. I dispositivi di tutela e i tamponi non possono essere a carico dei lavoratori.
Una vera e propria vessazione. Sarà il caos. Per questo rilanciamo la nostra proposta di moratoria in modo da permettere alle scuole di organizzarsi e al Parlamento di convertire in legge il decreto che va profondamente cambiato.
La gestione di questa fase sarà difficilissima e non potrà essere fatta autoritativamente. L’idea di governare la scuola con le circolari ha già mostrato tutti i suoi limiti negli anni scorsi.