In data odierna, si è tenuta, in modalità da remoto, la Conferenza Nazionale dei Segretari Regionali. Tra i vari argomenti posti all’attenzione della Conferenza, la relazione del Segretario Generale, Pino Turi, si è concentrata su due macro temi:
– La vaccinazione del personale scolastico
– Il valore abilitante da attribuire ai concorsi
Per la UIL SCUOLA, lasciare la lotta alla pandemia ad una sola misura, rappresenta un limite che deve essere superato attraverso la messa a fuoco di un’autentica strategia con più punti di attacco. Quanto alla vaccinazione obbligatoria per il personale scolastico, questo è un compito di cui deve farsi carico la politica assumendosi anche le responsabilità conseguenziali. Per operare in questa direzione, serve una legge che stabilisca un obbligo giuridico e non quello morale e civico che attiene alle libertà individuali. Sarebbe profondamente sbagliato colpevolizzare il personale su situazioni di carattere generale, solo una norma ben scritta può stabilire regole e obblighi. Posizione questa che verrà ribadita in occasione dell’incontro già calendarizzato per la giornata di domani in cui si porranno le condizioni, attraverso la rivisitazione del protocollo specifico, per far ripartire il nuovo anno scolastico con le lezioni in presenza.
Sul secondo tema. I docenti devono ritenersi abilitati al superamento della prove concorsuali. La UIL SCUOLA ha inviato al Ministero dell’Istruzione una nota dettagliata in cui ha espresso, in maniera più compiuta le valutazione tecnico – giuridiche, oltre a quelle di natura politica. In relazione a quest’ultimo aspetto, qualora venisse accolta la tesi rappresentata dalla UIL SCUOLA emergerebbe una diversa valenza delle norme contenute nel Decreto Sostegni Bis, che correggerebbero significativamente le macro sbavature contenute nelle procedure emanate nella prima stesura dello stesso Decreto, quello che anziché favorire le immissione in ruolo le discriminava con assurdi bizantinismi giuridici.
Accogliere le rivendicazioni prospettate dalla UIL SCUOLA significherebbe aumentare esponenzialmente le immissioni in ruolo e ridurre notevolmente il numero del personale precario che vanta aspettative più che legittime ad essere stabilizzato.
Roma, 21 luglio 2021