Il trucco c’è e si vede: si introduce per decreto la formazione obbligatoria per i docenti non specializzati per tagliare i posti sul sostegno. Si intaccano le altre attività e la chiamano autonomia.
Il decreto del Ministro dell’istruzione con il quale si impone la formazione obbligatoria al personale non in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno, nonché i criteri e le modalità di monitoraggio delle attività formative, sono stati gli argomenti al centro dell’incontro con l’amministrazione. Tempi e strumenti attuativi saranno scaricati sulle singole scuole.
Per il ministero erano presenti il Dott. Serra e il Dottor Pierro.
Per la UIL scuola hanno partecipato Giuseppe D’aprile e Paolo Pizzo.
Come noto la legge di Bilancio per il 2021 ha previsto uno specifico finanziamento per la realizzazione di interventi di formazione obbligatoria del personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità le cui modalità attuative devono essere stabilite con decreto del Ministro dell’istruzione.
La bozza di decreto presentata alle organizzazioni sindacali prevede il divieto di esonero dall’insegnamento, i criteri di riparto, le condizioni per riservare la formazione al solo personale non in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno, la determinazione delle unità formative, comunque non inferiori a 25 ore di impegno complessivo, nonché i criteri e le modalità di monitoraggio delle attività formative.
In particolare, per l’anno scolastico 2021/2022 gli interventi di formazione si articolano in unità formative, con un impegno complessivo pari a 25 ore, che potrà essere sviluppata in:
- formazione in presenza e/o a distanza
- sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione
- lavoro in rete
- approfondimento personale e collegiale
- documentazione e forme di restituzione/rendicontazione
- progettazione.
Per ciascuna unità formativa sarà necessario garantire un minimo di 17 ore di formazione in presenza e/o a distanza (punto a) e 8 ore di approfondimenti.
Le attività formative sono destinate al personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità non in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno le cui risorse sono ripartite regionalmente sulla base della percentuale di docenti, non in possesso del titolo di specializzazione, che svolgono attività in classi con alunni con disabilità.
La posizione della UIL scuola
È una norma che prevede una riduzione dell’organico di sostegno piuttosto che un suo incremento, attuata ad hoc per risparmiare sulle supplenze, in caso di assenza del docente di sostegno, la cui assenza verrà coperta dal docente curriculare, che ha frequentato le 25 ore di corso?
Con questa domanda – che in realtà è una certezza – in sede di incontro la UIL ha ribadito all’amministrazione come la norma inserita in Legge di Bilancio e alla quale ora si darà attuazione attraverso questo decreto, nasconde un trucco che tanto celato non è: da una parte si sbandierano 25.000 nomine in ruolo per i prossimi tre anni, ma nello stesso tempo ciò determinerà una riduzione in organico di diritto da subito di 1.800 posti e in futuro una riduzione di ulteriori 5.000 posti l’anno sul sostegno.
Per la UIL questa è, e rimane, una norma che prefigura la possibile limitazione-eliminazione del docente di sostegno e che ha un’unica direzione: la riduzione dei posti di sostegno, in particolare per quelli in deroga, per cui si tagliano i docenti di sostegno scaricando tutto sugli altri docenti della classe che non sono specializzati sul sostegno.
Per cui, attraverso una formazione obbligatoria di poche ore, si dà attuazione alla riduzione dell’organico di sostegno di almeno 5 mila posti l’anno, secondo quanto indicato nella relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio. Sembra il gioco delle tre carte: da una parte si concede in termini di aumento di organico di diritto di sostegno per il prossimo anno scolastico, dall’altra lo si riprende con gli interessi negli anni successivi. Cosa assai più grave è che si interrompe la politica di integrazione che ha reso l’Italia un esempio nel mondo.
L’altro aspetto che la UIL scuola ha contestato e sul quale non ci possono essere mediazioni è l’obbligatorietà in termini di formazione. Ad oggi non ci risulta infatti che il Contratto Nazionale di Lavoro sia cambiato. Paradossalmente, proprio dopo aver firmato il Patto per la scuola in cui c’è l’impegno del Governo per il rinnovo del contratto, si introduce una misura in termini di formazione di dubbia legittimità con una evidente invasione di materie che per loro natura sono appunto contrattuali. Ancora una volta si impongono per legge obblighi che non sono presenti nel Contratto e si scarica sulla scuole e sui dirigenti scolastici il problema che sarà foriero di contenziosi e tensioni di cui la scuola, già stressata, farebbe volentieri a meno.
Non si tiene infatti conto, con questo decreto, di due articoli contenuti nei due contratti nazionali vigenti:
- l’articolo 64 del CCNL 2006-09 in cui è stabilito in modo chiaro che la formazione è un diritto e non un obbligo e che è materia collegiale nelle scelte;
- l’art. 22 del CCNL 2016-18 in cui si dispone la formazione come materia contrattuale, sia a livello nazionale con i criteri di ripartizione delle risorse finalizzate, sia a livello di singola istituzione scolastica tra RSU, sindacati firmatari del Contratto e dirigente scolastico.
In questo modo le ore obbligatorie sono collocabili solo a scapito di altre attività complementari (40 ore), ma, nello stesso tempo, importanti per la programmazione didattica.
Siamo di fronte a un paradosso: si propina la formazione obbligatoria ai docenti non specializzati e, nello stesso tempo, si prevede il numero chiuso ai corsi di specializzazione sul sostegno (universitari) pur in presenza di centinaia di domande di candidati anche precari che, diversamente, avrebbero tutte le carte in regola affinché possano offrire agli alunni diversamente abili le competenze necessarie che, sicuramente, non trovano riscontro attraverso corsi di formazione obbligatori di 25 ore.
Per tali motivi la Uil scuola ha ribadito l’assoluta contrarietà alla norma principale e naturalmente a questo decreto attuativo in quanto non è assolutamente possibile che un docente che ha superato un concorso o che è entrato in ruolo dalle Graduatorie ad esaurimento, che è quindi laureato e abilitato per insegnare una materia specifica, sia obbligato ad una formazione sul sostegno senza che ci siano dei criteri condivisi a livello di scuola, che non siano previste forme di esonero per chi deve eventualmente frequentare il corso, che non può che essere su base volontaria, il che a nostro avviso creerà non pochi contrasti all’interno delle scuole attraverso una formazione di carattere esclusivamente burocratico e centralista. In ultimo, ma non per ultimo, qualcuno dovrebbe informare le famiglie delle bambine e dei bambini disabili.