L’attesa – che la politica fosse attenta alle esigenze delle persone e delle famiglie con una riflessione sulla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici ed una conseguente risoluzione normativa, che considerasse il diritto di tutti e di ciascuno, tanto più in un momento così critico, di riconnettersi agli affetti familiari e sociali – è stata ancora una volta disillusa .
La mobilità interregionale dei dirigenti scolastici che si connota di aspettative, di preoccupazioni e di ansie per coloro che nell’ultima tornata concorsuale hanno preso servizio in regioni diverse dalle proprie, con una prospettiva triennale di permanenza che oggi più di ieri assume i toni e il valore di una costrizione, una punizione vera e propria, per le difficoltà connesse allo spostamento da regione a regione.
Alla rivendicazione della Uil Scuola di utilizzare tutti i posti che per legge, ora sono nei parametri, modificati da una legge dello Stato per cui, nominare dirigenti scolastici titolari anche sulle scuole che oggi sono dimensionate, dichiarandole oltre che di diritto, di fatto istituzioni autonome, la politica non ha dato risposta, anzi ha ripetutamente precisato che la richiesta avanzata dalla UIL Scuola di nominare anche su queste istituzioni scolastiche, non era accettabile. Noi non demordiamo e continueremo nella nostra battaglia di giustizia e di equità, in tutte le sedi possibili.
Al tavolo ministeriale, con il Direttore Serra, la Uil Scuola ha espressamente proposto una intesa, uno strumento pattizio che consenta di derogare ai vincoli contrattuali (obbligo triennale di permanenza nella regione, il limite fissato al 30% per la mobilità interregionale), trovando una soluzione alle aspettative di tanti dirigenti scolastici fuori sede, alcuni dei quali da più di sei anni.
Ma l’Amministrazione si è sottratta al vero confronto, rifugiandosi nel comodo principio della norma vigente che può essere superata.
Il Ministero invece, rispondendo a vincoli di natura economica, sceglie di coprire quei posti con le reggenze proseguendo nella politica dei tagli. Insomma ristori e sostegni per tutti meno che per la Scuola che resta sede della politica di contenimento della spesa.
Non possiamo che registrare la distanza abissale della politica sulla Scuola dai problemi reali della stessa, dei dirigenti scolastici, che ad un passo dalla riapertura del nuovo anno scolastico, nonostante che i loro problemi vengano ignorati, non ultimi quelli di ordine retributivo, assicurano alla nazione un presidio di legalità laddove altre istituzioni hanno fallito, con assunzione di responsabilità anche improprie.
Abbiamo ricordato a tutti che la dirigenza scolastica non è assimilabile alla dirigenza amministrativa ,per cui la rotazione degli incarichi che si vuole introdurre con la circolare, è anacronistica e sbagliata, mentre ha obiettivi, coinvolgimenti, responsabilità così diversificate e complesse che non sono assimilabili né omologabili.
Quando si demanda agli USR anche l’individuazione dei criteri per l’assegnazione degli incarichi , non solo si disapplica il rispetto del CCNL della dirigenza, ma si conferisce ai Direttori Generali Regionali una discrezionalità che vanifica lo stesso accordo nazionale.
L’incontro, considerato l’impossibilità a giungere ad una soluzione accettabile, viene rinviato al prossimo lunedì 7 giugno.
Per la Uil Scuola hanno partecipato Rosa Cirillo e Giancarlo Turi.