VERSO GLI ESAMI | Esame di Stato nel primo e secondo ciclo d’istruzione: la sicurezza al primo posto

La bozza dell’ordinanza ministeriale per gli esami di Stato è stata al centro del confronto tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali. Per il ministero erano presenti il Capo dipartimento Dr. Marco Bruschi e il Direttore generale Maria A. Palermo.

Sostanzialmente la bozza presentata dall’amministrazione ripropone l’esame dello scorso anno, con in più la possibilità di non ammissione che era stata temporaneamente sospesa nel 2020.

Restano aperte alcune incognite dovute sia alle particolarità geografiche di sviluppo della pandemia, sia al protocollo di sicurezza che, certamente, dovrà essere rivisto e aggiornato per l’avanzata diffusione delle varianti del Covid-19. Per la Uil Scuola la sicurezza deve rappresentare l’obiettivo primario.

La bozza dell’ordinanza prospetta un esame di Stato in presenza, sia per il 1° che per il 2° ciclo d’istruzione, con un colloquio orale che prevede la discussione su un elaborato prodotto dallo studente.

Per il 1° ciclo, l’elaborato interesserà una o più discipline.

Per il 2° ciclo, l’elaborato avrà come oggetto discipline caratterizzanti il percorso di studi frequentato. Lo studente dovrà fare collegamenti anche all’esperienza dei PCTO, senza tener conto del monte ore effettuato.

La Uil Scuola ha rappresentato alcune criticità rispetto ai criteri di ammissione all’esame di Stato del 2° ciclo d’istruzione, ritenendo che non debba essere presa in considerazione la non ammissione in ragione della frequenza inferiore ai tre quarti del monte ore annuale personalizzato.

A questo proposito ha invitato l’Amministrazione a chiarire il calcolo di queste ore, che, per la Uil Scuola, dovrebbero comprendere tutte le ore svolte in DAD o in DID, indipendentemente dalle volte in cui gli studenti, per una serie di situazioni diverse, non si sono potuti collegare.

PROVE INVALSI
Per la Uil, riguardo alle prove Invalsi – che dovrebbero essere utili per misurare lo stato di salute del sistema scolastico italiano – in questo anno di pandemia, sarebbe opportuno farne a meno.
La predisposizione delle prove, infatti, sembra più motivata da un’esigenza ideologica che da un’esigenza di valutazione complessiva anche in funzione dell’esame che ripropone il sistema della maturità, piuttosto che della misurazione delle competenze. Va ricordato anche che la commissione è composta da docenti interni che conoscono già i ragazzi.

Bisogna anche tener conto che in un anno scolastico così tormentato, in cui quella a distanza è stata la modalità predominante della didattica, diventa difficile presagire le difficoltà che le scuole incontreranno nell’organizzare, nelle date stabilite, la somministrazione – computer based e in presenza – delle prove Invalsi.

Va considerato anche che alcuni studenti si troveranno, probabilmente, nell’impossibilità di parteciparvi per motivi sanitari (isolamento fiduciario, quarantena, contagio). Questi ostacoli non possono, né devono impedire a nessuno di essere ammesso all’esame di stato.
Le prove Invalsi, all’atto della bozza dell’Ordinanza, vengono previste, ma non costituiscono requisito di ammissione all’esame di Stato. Meglio sarebbe evitare di farle.
Per la Uil sarebbe stato più opportuno rinviare le prove al prossimo anno scolastico.

I PCTO
Le attività di alternanza sono state messe a dura prova dall’epidemia: o non sono state svolte o nella maggior parte dei casi svolte a distanza. Per questo la UIL Scuola ritiene che la materia non debba essere oggetto di esame.
Al massimo il compito di dare il giusto rilievo al valore formativo delle attività dei PCTO può essere affidato all’autonomia delle singole scuole. Anche in questo caso appare più l’esigenza ideologica di tale percorso che la sua componente didattica.

Per la UIL Scuola hanno partecipato Pasquale Proietti e Rosa Cirillo.