I percorsi che impegnano gli alunni della scuola secondaria (ultimo triennio) di tutti gli indirizzi scolastici con un monte ore obbligatorio, naviga in questo momento di pandemia, in un mare di incertezze, vista l’impossibilità per molti di condurre l’esperienza in presenza e visto che la politica ancora non adotta soluzioni per rassicurare le scuole e consentire le lezioni in presenza e in sicurezza, condizione che deve riguardare anche le attività di PCTO.
Ridurre e rimodulare il numero di ore obbligatorio per favorire la personalizzazione dei percorsi dando valore alla autonomia delle scuole è un provvedimento veloce e opportuno.
Questa la proposta della Uil Scuola all’incontro convocato dal vice ministro Ascani in data odierna.
Il cambiamento del mondo del lavoro, accelerato dalla crisi pandemica che lo indirizza sempre più verso la metodologia smart, richiede anche alla scuola di rivedere gli obiettivi formativi rispetto alle competenze trasversali.
Lo smart working mette in risalto l’autonomia e la responsabilità del lavoratore e ciò si ripercuote in maniera significativa sui pcto, che alla formazione di tali competenze sono deputati, visto che la scuola deve costruire le basi per una formazione che prosegue per tutto l’arco della vita.
E’ indubbio che il lavoro a distanza pone problemi di controllo della sicurezza, di non semplice gestione. Tuttavia questo è un tema non più rinviabile, anche alla luce della DID, ed in tale quadro va rivisto l’intero impianto della funzione docente, come la Uil Scuola ha affermato anche quando non ha sottoscritto il relativo contratto integrativo. Pertanto si può pensare all’organizzazione di attività di pcto “a distanza”, solo in assoluta emergenza e se supportate da una seria programmazione formativa, ma anche organizzativa.
Occorrono risorse per la formazione del personale nella progettazione per competenze finalizzata all’orientamento al lavoro, non richiesta finora al personale scolastico.
Avvicinare i giovani al mondo del lavoro può avere un senso solo se viene implementato un sistema che permetta ai ragazzi di comprendere come dal presente nasca il futuro dando significato, visione e valore al loro impegno negli studi. Crediamo infatti che l’approccio etico all’alternanza nel rispetto della finalità educativa propria della scuola non possa essere barattata con logiche addestrative, né confusa con improbabili finalità manageriali ed imprenditoriali che nulla hanno a che vedere con la funzione formativa della scuola.
Il focus non può essere incentrato solo su quanto ci si aspetta in termini di competenze, capacità e conoscenze. Il mondo della scuola e quello dell’azienda devono condividere una vision, rispettosa dell’autonomia progettuale delle scuole e della funzione sociale dell’istruzione. Il compito principale della scuola è e resta quello di formare cittadini consapevoli.
Il panorama del mondo del lavoro è cambiato ma non è sostituendo le logiche del lavoro e dell’impresa a quelle proprie della scuola e dell’istruzione che si colma il divario. È rafforzando la scuola, la sua missione all’interno della comunità educante che il tema può essere affrontato al meglio.
La scommessa sta nel costruire un modello comune che definisca obiettivi condivisi oltre lo sviluppo di competenze, abilità e conoscenze dando valore alla sfera più profonda dell’individuo, orientandolo a scoprire il proprio talento insito nelle attitudini personali che possono emergere in contesti diversi.
Per fare tutto questo, è necessario, come sostiene la Uil scuola garantire alle scuole maggiori spazi di autonomia sia nella definizione del numero delle ore che nelle modalità di realizzazione dei percorsi, eliminando inutili e talvolta controproducenti obblighi orari che si trasformano inevitabilmente in procedure burocratiche, così come è importante dare alle scuole maggiori risorse economiche.
L’impegno richiederebbe un monte ore dedicato da inserire in ogni indirizzo di studio ed in ogni ordinamento e richiede un intervento sui piani orari e su organici dedicati, che i vincoli di bilancio non consentono.
A queste riflessioni la Uil Scuola rinvia invitando i decisori politici a porre fine all’ascolto delle proposte e a dare soluzioni immediate agli studenti e al personale della scuola.
Per la Uil Scuola hanno partecipato Rosa Cirillo e Maria Rosaria Arena.