Pubblichiamo, sull’avvio del concorso, il testo del lancio dell’agenzia Agi
(AGI) – Roma, 22 ott. – “Nelle cronache di oggi c’è anche il racconto di una insegnante di matematica da cinque anni, residente a Pantelleria, che ha dovuto rinunciare al concorso straordinario per le difficoltò connesse ai collegamenti legati al viaggio per raggiungere la sede d’esame in Campania.
Ci sembra inaccettabile che – per ragioni contingenti – non sia stata messa in condizione di svolgere un concorso per consolidare il proprio status giuridico. Il danno lo riceve la collettività, gli studenti”.
E’ quanto ha dichiarato all’AGI il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, a commento della prima giornata del maxi concorso nella scuola per il reclutamento di 32mila insegnanti nella secondaria di primo e secondo grado.
“Cinque anni – ha sottolineato Turi – in cui l’esperienza ha forgiato un docente sono un valore aggiunto che questo tipo di concorso non puo’ accertare. La situazione pandemica butta a mare l’esperienza professionale di quella che, invece, dovrebbe essere la docente che il sistema dovrebbe ricercare. Il concorso non e’ un fine ma un mezzo e va calibrato sugli obiettivi”.
“Nella nostra proposta – ha proseguito il segretario generale della Uil – quella messa a punto nei mesi passati, condivisa da due governi e due ministri dell’istruzione, avevamo immaginato un concorso per titoli e un esame finale nel quale sarebbe stata accertata anche la valutazione in situazione dell’insegnante stesso. Oggi si è iniziato questo rito e vedremo quando e come arriverà alla sua conclusione”.
“Un film già visto – ha osservato Turi – ricorsi, commissioni che non si costituiscono, che lavorano part time (la mattina gli insegnanti sono in classe e il pomeriggio svolgono la funzione di valutatore).
Senza considerare le conseguenze della pandemia che, anche rispetto alla logistica complessiva delle prove, viaggi, attese, contatti, non sono prevedibili.
Ci auguriamo non siano questi gli elementi per i quali si caratterizzerà questo concorso.
Comunque vada – ha concluso – la politica ne esce male. Molte volte, purtroppo, l’ideologia uccide il buon senso”. (AGI)