Toccafondi guarda al concorso e pensa alle scuole private
Apprendiamo che passare un concorso sia il passaporto per la privatizzazione del sistema scolastico.
Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario al Miur, capogruppo di Italia Viva in Commissione cultura alla Camera, che conosce bene come funzionano le scuole private, dovrebbe sapere che la laicità del Paese passa per la scuola di tutti e di ognuno, quella che la costituzione bene delinea.
Il fondamento di una scuola democratica e la libertà di insegnamento, che è garantita dagli organi collegiali di partecipazione a cui è affidata l’autogoverno dell’istituzione scolastica, mentre il dirigente può svolgere le proprie prerogative nel rispetto delle prerogative di tali organi.
In questo senso, non è possibile per l’ordinamento italiano, la scelta per chiamata diretta del docente che sarebbe condizionato nella sua che è una funzione, non un semplice lavoro.
La scuola non è un opificio o un ufficio burocratico che svolge un mero servizio a domanda individualizzato. È una funzione dello Stato, essenziale per il futuro, per l’equità che genera, che è conseguenza di sviluppo economico e sociale di un paese moderno che, anche nei regimi ultra liberisti è lasciata allo Stato.
I diritti universali non possono essere garantiti dal privato, anche se residuale.
Se ne sono accorti tutti quelli che hanno considerato la scuola e l’istruzione un servizio che si può fare in convenzione.
La pandemia e il crollo del ponte di Genova non hanno insegnato proprio nulla: è il profitto ciò che determina le scelte dei privati.
Per questo la scuola deve essere statale e non solo come regolatore, ma come erogatore diretto e questo eccetto per la scuola dell’infanzia è previsto dalla costituzione.
Non pretendiamo di dare qualifiche di costituzionalità, ma facciamo riferimento a quello che i cittadini vogliono.
Ricordiamo a tutti questi politici alla ricerca di visibilità che nelle ricerche demoscopiche la scuola è saldamente si primi posti nella fiducia degli italiani, preceduta solo dalle forze dell’ordine, del Presidente della repubblica e del Papa.
Non si può dire la stessa cosa per i partiti che sono in picchiata e farebbero bene a lasciare le istituzioni amate dai cittadini così come è scritto nella costituzione: la chiamate diretta è stata sconfitta dalla storia e vediamo chi vuole ancora utilizzarla per fini politici.
La scuola l’ha sconfitta.