Ieri siamo usciti pubblicamente con una nostra valutazione e proposta per uscire dalla situazione in cui il nostro sistema di istruzione si trova dopo la pandemia.
Un’indicazione che rappresenta una possibile strada da seguire: quieta non movere et mota quietare. La pronta risposta del ministro è stata: dividi et impera.
È una ulteriore mancanza di rispetto del ruolo sindacale che la Uil Scuola ha sempre vissuto in termini di confronto e proposta costruttiva.
Né si può pensare che la proposta targata Uil Scuola possa essere letta in contrapposizione ad una linea del Ministero che non c’è e che chiediamo di conoscere per potere aprire un dibattito pubblico.
Forse si attende un altro fantomatico comitato (una task force di nomina ministeriale) da affiancare al ministro per le proprie decisioni, in questo mortificando il ruolo e le funzioni del CSPI (la Uil non è presente) che svolge il ruolo di organismo di consulenza istituzionale del ministro.
Questo ministro sceglie (è un suo diritto) da chi farsi consigliare, ma non può scegliersi gli interlocutori sindacali con cui confrontarsi. Evidentemente ama il pensiero unico.
Difendere diritti e fare proposte è il nostro mestiere: lo facciamo per rappresentare lavoratori docenti, dirigenti e personale ATA (con dati di rappresentatività certificati) utilizzando gli strumenti democratici per difendere le prerogative sindacali.
La tutela sindacale è un diritto dei lavoratori, non è un atto di lesa maestà.
Siamo abituati a confrontarci con le istituzioni e ne riconosciamo funzione e prerogative e non abbiamo, però, la pretesa di sceglierci gli interlocutori. Ci aspetteremmo analoga considerazione.
Non ci faremo strumentalizzare per nascondere i veri problemi coperti da sterili polemiche, da gestire in altra sede. Saranno il ministro e il governo ad assumere le decisioni e ad assumersi le rispettive responsabilità. Ne prenderemo atto, ma nessuno può pensare di metterci la sordina, in questo periodo, useremo la mascherina ma alzeremo forte la UIL, voce libera della scuola.