Azzolina riferisce in Senato: ma all’appello della didattica on line manca oltre un milione e mezzo di studenti.
Aver portato il ministro al confronto parlamentare è un primo risultato del Senato. Resta da definire in che modo proseguirà il dialogo con le parti sociali.
Il ministro Azzolina ha riferito oggi in Senato. Dibattito in Aula per fare il punto della situazione nella drammatica battaglia contro il Coronavirus. Da un lato la preoccupazione per gli studenti, che sono il futuro del nostro paese, che dovrà fare sforzi particolari per ripartire. Dall’altro il lavoro degli insegnanti riconosciuto in tutti gli interventi, di maggioranza e opposizione, come prezioso e insostituibile.
Il dibattito ha messo in evidenza i problemi che – sottolinea il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi – vanno affrontati e risolti con un provvedimento organico che metta insieme i puzzle di un mosaico. Un contesto che merita grande unità e consenso.
«In Italia i ragazzi che non possono accedere agli edifici scolastici sono 8,3 milioni. Sono 6,7 milioni gli alunni raggiunti, attraverso mezzi diversi, da attività didattiche a distanza» – ha detto la ministra Azzolina. Questo significa che c’è un milione e 600mila studenti che sono rimasti esclusi – ribadisce Turi. Le risposte in termini di recupero vanno date a loro come a tutti gli altri.
Appare questo come l’ennesimo segnale che la DAD, anche se meglio organizzata e strutturata, non può riempire il vuoto lasciato dall’assenza degli insegnanti, dal ciclo delle lezioni a scuola. E’ complementare e non arriva a tutti. La scuola non può perdere le sue peculiarità tradizioni e valori.
Il punto è decidere. Insieme. Resta da fare ciò che tutte le forze politiche, pur con diverse declinazioni, hanno chiesto: un programma condiviso con tutti i soggetti politici e sociali per chiudere l’anno senza che nessuno debba averne danno, aprire il nuovo, evitando conseguenze nel prossimo.
Lo ripetiamo, serve un piano che affronti, in modo coerente e organico tutti i problemi ora sul piano delle emergenze: dalla mobilità ai concorsi, fino a definire la validità dell’anno scolastico, non solo nella forma ma nella sostanza con misure precise per esami di terza media e maturità.
Aver portato il ministro al confronto parlamentare è un primo risultato del Senato. Resta da definire in che modi proseguirà il dialogo con le parti sociali. La parola è al ministro e speriamo che segua i consigli dei senatori.