Nei rinnovi contrattuali fondamentali sia la parte normativa sia quella economica
All’esito dell’incontro di stamani con la Ministra Dadone abbiamo espresso la nostra valutazione, apprezzando una prima disponibilità sia ad affrontare i contenuti di un accordo normativo sia a considerare un possibile intervento economico aggiuntivo per favorire l’apertura delle trattative per i rinnovi contrattuali.
Il nostro giudizio definitivo, infatti, non può prescindere da un preciso impegno sulla parte economica della vigente tornata. Del resto, se così non fosse, difficilmente fin da principio avremmo avviato un’interlocuzione che si ponesse l’orizzonte di regolamentare e, meglio ancora, liberare tanti istituti normativi e non solo: dall’armonizzazione della malattia alla rateizzazione e posticipazione del trattamento di fine servizio/rapporto; dalla delegificazione dell’organizzazione del lavoro ai nuovi ordinamenti professionali ancora da definire; dalla liberazione della contrattazione di secondo livello alla defiscalizzazione del salario accessorio e dei prossimi incrementi; fino all’introduzione del welfare contrattuale in particolare per la sanità in tutti i settori.
Dopo dieci anni di blocco della contrattazione a tutti i livelli, di mancate progressioni di carriere e di significative e ancora perduranti differenziazioni di trattamento fiscale e previdenziale rispetto al settore privato, la richiesta di stanziare maggior risorse null’altro è che una necessità a garanzia del potere di acquisto, già abbondantemente svilito negli anni, di tre milioni di lavoratori.
I contratti come disciplinano i contenuti di tipo normativo, definiscono quelli di natura economica, pertanto l’una parte non può escludere l’altra e costituiscono entrambe componenti fondamentali ed essenziali per qualsiasi contratto e quindi qualsiasi accordo.
Per quanto riguarda il settore scolastico, abbiamo ribadito la necessità di un’interlocuzione con il ministro della Pubblica Istruzione per salvaguardarne la specificità, anche nell’accordo generale, e interrompere un periodo di omologazione ai parametri del lavoro amministrativo.