E assicura: il nostro sindacato risponderà in modo non corporativo, ma nel merito delle decisioni. Assieme alle scelte imminenti, occorre riaprire un dibattito politico e sociale sul valore del sistema di istruzione costituzionale del Paese.
Con il decreto di spacchettamento del Miur si avvia una fase che non può non tenere conto – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – di un avvenimento politico molto rilevante: le dimissioni del Ministro Fioramonti che, con il suo gesto ha condannato, senza appello, la politica dell’istruzione degli ultimi anni, tutti basati sul contenimento delle spesa, su modelli di mercato inapplicabili alla scuola, su sistemi di presunta efficienza, ma anche di denigrazione del sistema e del suo personale.
Tutto al fine di nascondere una politica scellerata di risparmi sul futuro del Paese.
I neo ministri non potranno fare a meno di partire da questa pesante eredità politica che disegna precisi impegni strategici non realizzati.
Occorre agire in controtendenza rispetto alle pseudo riforme tese solo ad adattarsi alla politica del risparmio.
Auspichiamo – osserva Turi – che si guardi al rilancio economico di questi settori cruciali, che hanno un forte radicamento nella società, che hanno portato a risultati che non vanno dispersi.
Non saremo certo disposti ad ascoltare narrazioni e propagande che ci riportino alle politiche di desta e di sinistra di questi ultimi decenni, basate sul contenimento della spesa, sulla privatizzazione e sulle riforme a costo zero – aggiunge Turi, guardando anche al sindacato: non rivendicazioni corporative e di difesa acritica del personale.
Ma decisioni di merito su quelle scelte politiche, che il ministro Fioramonti con il suo gesto politico, ha smascherato.
Neanche le più imminenti contingenze e le urgenze che sono in attesa di soluzione – continua Turi – come i concorsi, straordinario ed ordinario, i percorsi di abilitazione, ci faranno deviare l’attenzione dagli obiettivi strategici che sono il rilancio del sistema pubblico statale di istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso il reperimento delle risorse che mancano e che vanno trovate a partire da quelle per il rinnovo del contratto di lavoro.
Ci aspettiamo una convocazione proprio per attuare gli impegni che questo Governo ha assunto con le organizzazioni sindacali: per le scelte imminenti e per (ri)aprire un dibattito politico e sociale sul valore del sistema di istruzione costituzionale del Paese.