La divisione del Miur, le emergenze della scuola, dai bandi dei concorsi straordinario e ordinario al rinnovo del contratto. Ne parla Pino Turi, Segretario generale della Uil Scuola, in un’intervista su Orizzontescuola.
Un Miur suddiviso tra Ministro della Scuola, Lucia Azzolina, e Ministro dell’Università, Gaetano Manfredi. Sarà positiva questa divisione
La divisione può essere positiva se si rispettano le competenze dei due Ministeri. L’Università e la Ricerca è il tetto di una struttura che ha bisogno di basi solide che è la Scuola. Se si parlano e quindi c’è coordinamento sarà un elemento positivo, se invece non ci sarà comunicazione tra loro non sarà una buona cosa. Il problema principale è che si tratta di due mondi diversi che devono dialogare tra loro.
Cosa dovrà affrontare innanzitutto il prossimo Ministro della Scuola?
Vedremo quale sarà il suo progetto, sapendo che la via è già tracciata. Abbiamo già avuto confronti con i precedenti ministri, non si può cambiare linea a ogni cambio di ministro, altrimenti la scuola rischia di andare in tilt. Bisogna affrontare i problemi in maniera concreta: ci sono obiettivi da raggiungere, i tempi e le risorse. Senza questi tre elementi difficilmente si riesce a risolvere le difficoltà, sapendo che molte volte il meglio è nemico del bene. Noi pensiamo che il Ministro debba fare bene non meglio. Non c’è da fare un paragone con altri, ci sono semmai i problemi da risolvere.
Con l’ormai ex Ministro Fioramonti abbiamo già instaurato un programma di incontri e tavoli. Bisogna far partire l’anno scolastico e uscire dalle emergenze. Abbiamo tutto il tempo per mettere in pratica i concorsi e mettere in cattedra i docenti. Oggi più che capire come il Ministro si approccia dobbiamo comprendere quali sono gli elementi più veloci per risolvere i problemi: bisogna dare una soluzione.
Il 19 dicembre c’è stata una conciliazione con il Miur, tra le questioni principali il rinnovo del contratto e la situazione dei facente funzione di Dsga
Abbiamo tre emergenze che erano alla base della mobilitazione che i cinque sindacati avevano iniziato ad attuare. La mobilitazione si è fermata perché ci sono stati accordi con l’ex Ministro Fioramonti: un tavolo per avviare i concorsi straordinario e ordinario e dare quindi una soluzione al precariato, un tavolo sulla mobilità perché ci sarà da rivederla anche in vista degli ingressi da marzo degli ex Lsu, bisognerà affrontare la questione dei facente funzione di Dsga che sono rimasti fuori dal decreto scuola.
In prospettiva c’è poi il rinnovo del contratto, elemento importantissimo perché riguarda circa un milione di persone. Bisogna trovare il giusto riconoscimento economico per chi svolge un lavoro che sta diventando sempre più difficile.
Per ciò che riguarda i bandi dei prossimi concorsi docenti, si procederà senza difficoltà?
Abbiamo stabilito per il giorno 7 gennaio l’apertura di un tavolo per concertare i decreti attuativi sia per il concorso ordinario che per quello straordinario. La legge c’è ma bisogna attuarla attraverso i bandi. Questo è urgente, noi attendiamo la convocazione al più presto, altrimenti i tempi si allungano e si rischia di arrivare a inizio anno scolastico impreparati. Per la scuola il tempo è una variabile dipendente: ogni anno scolastico si apre a settembre e si chiude ad agosto, c’è da mettere insieme 800 mila docenti di ruolo, 200 mila precari, più il personale Ata, più le famiglie e gli studenti non è un lavoro facile.
I tempi sono già stretti, non si può assolutamente rimandare, si è preso già abbastanza tempo per approvare il decreto, siamo sulla linea di emergenza e bisogna agire rapidamente per consentire l’avvio dell’anno scolastico in maniera regolare.
Non dimentichiamo poi che i posti lasciati liberi da Quota 100, i quali il prossimo anno saranno ancora di più. Come si può vedere il problema è complesso: è necessario perciò agire sulle emergenze, ma avere anche una prospettiva di quadro.
Ha recentemente fatto riferimento a una batteria di domande per il concorso straordinario
Il concorso non deve essere un “Lascia o raddoppia”, bisogna essere preparati e perciò capire quali sono le domande su cui ci sarà l’esame. Si deve giocare a carte scoperte non coperte. Entrare nella scuola non può essere un terno al lotto. Già è un terno al lotto un concorso di per sé, ma almeno avere una batteria di domande, da cui poi si estrapolano quelle che saranno oggetto dell’esame, è un’opportunità per far crescere culturalmente la preparazione dei candidati.
Per concludere, quali saranno le tematiche principali che affronterete in questo nuovo anno?
Oltre alle emergenze delineate sopra, ci dovrebbe essere un ragionamento di quadro che vada a intersecarsi con il rinnovo del contratto. Va inoltre garantita la libertà di insegnamento che è alla base della Costituzione, vanno riviste le sanzioni disciplinari per i docenti. Basta pensare ai casi recenti, come quello della professoressa Dell’Aria, fatti che non devono più accadere.
Al Ministro auguriamo buon lavoro, ma con le prospettive di confronto per trovare le giuste soluzioni in un comparto che è centrale nella vita di questo Paese sia oggi che in futuro.