Perché il 25 novembre?
Venivano chiamate Las Mariposas, le farfalle: sono Patria, Minerva, e Maria Teresa Mirabal tre sorelle che fondarono il gruppo di opposizione – il movimento 14 giugno – contro il dittatore dominicano Trujillo che governò dal 1930 al 1961.
Il rifermento al 14 giugno non è casuale. E’ la data di un massacro di cui una delle tre sorelle, Patria, fu testimone. Minerva e Maria Teresa vennero imprigionate e torturate in diverse occasioni. Anche i loro mariti finirono in carcere. Le sorelle vennero prima liberate e poi, mentre tornavano dalla visita in carcere ai loro compagni, il 25 novembre 1960, vennero uccise.
Data che ricorda oggi a tutto il mondo che nessuna violenza va fatta contro le donne. Né fisica, né psicologica, né sessuale, né politica.
Un altro 25 novembre nel quale contiamo le donne morte per mano di un uomo, ammazzate o abusate proprio perché donne, per segnare una volontà di sopraffazione, di dominio, di possesso.
E continuano a essere tantissimi i casi di violenza di cui è difficile tenere traccia, perché non sfociano in un femminicidio: la violenza sui luoghi di lavoro, la violenza domestica, la violenza sui mezzi pubblici, per le strade poco illuminate, in qualsiasi ambito della nostra società.
L’istituzione di questa data dovrebbe servire come monito per lavorare, costantemente, senza sosta e di concerto perché venga eradicata la cultura sessista e discriminatoria che è alla base del fenomeno della violenza, che lo nutre e lo rafforza. Un lavoro che non si può pensare di svolgere un giorno l’anno.
Il Sindacato in questo percorso, in questo impegno quotidiano, c’è: per la prevenzione e l’assistenza sui luoghi di lavoro ma anche come soggetto che può stimolare e accompagnare un cambiamento culturale, non solo nel mondo del lavoro ma nella società nel suo complesso.
Negli ultimi anni, sul piano internazionale, sono stati fatti degli enormi passi avanti ma rischiano di rimanere lettera morta se gli impegni assunti non trovano implementazione pratica.
Chiediamo, dunque, al Governo di attuare pienamente la Convenzione di Istanbul, che l’Italia ha ratificato, e di ratificare al più presto la Convenzione n. 190 e la Raccomandazione n. 206 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Strumenti legislativi importantissimi per rendere ancora più efficace la nostra azione e quella di tutti i soggetti che si muovono a tutela delle donne contro ogni forma di discriminazione e violenza.
Roma, 25 novembre 2019