Un sindacato la cui azione generale si sposta sui territori.
Un sindacato che ha idee.
Dobbiamo essere insieme alle persone. Mobilitare idee e persone.
Un sindacato che non sia solidale non esiste. Non esiste nemmeno una scuola che non sia inclusiva.
«Dal Quirino è partita la battaglia contro la legge 107, l’abbiamo vinta, almeno parzialmente. Adesso parte una battaglia per riconquistare diritti e dignità». Così Pino Turi nel suo intervento questa mattina nel corso dell’iniziativa nazionale dei sindacati scuola, università e ricerca al Teatro Quirino.
Quando la politica smarrisce il proprio ruolo – ha detto Turi, definendo il quadro dei prossimi interventi sindacali – i diritti vengono meno. E’ il sindacato che deve difendere i diritti delle persone deve svolgere un ruolo dì supplenza.
Perché siamo arrivati a questo punto?
C’è un muro culturale da abbattere: il neo liberismo guarda al mercato per trasferire il suo modello ad ogni attività umana, organizzata o meno. L’individualismo contrapposto al collettivo, la solidarietà all’egoismo.
La scuola vista come funzione e non servizio. Fino a quando sarà derubricata a servizio, gli studenti saranno considerati come clienti.
Dobbiamo fare un’operazione politica. Trovare le soluzioni non fare l’elenco delle difficoltà.
Dobbiamo entrare in un’ottica diversa, essere insieme alle persone.
Un sindacato che non sia solidale non esiste. Non esiste nemmeno una scuola che non sia inclusiva.
Da questo teatro partirà un nuovo corso, il sindacato generale, che si sposta su territori, che ha idee. Che non si trasforma in lobby.
Un continuo confrontarsi sulle diversità. Questo garantisce democrazia.
L’impegno comune del sindacato ha portato a risultati decisivi. Ora dobbiamo trasmettere questa modalità di presidiare e governare le relazioni sindacali anche nelle singole istituzioni scolastiche.
La direzione da prendere è chiara, è quella definita negli accordi fatti con il primo e il secondo Governo Conte:
– il rinnovo del contratto, per il quale ci sono ancora risorse insufficienti ed è da definire la parte normativa.
– l’esigenza di un piano di investimenti pluriennali che riporti la spesa per l’istruzione, in rapporto al PIL nell’ambito di quella di paesi U.E. (Golden rule );
– l’intesa per i precari che va sostenuta anche con le modifiche legislative che tutti abbiamo chiesto.
– la revisione degli ordinamenti professionali del personale ATA; la revisione istituzionale e la ristrutturazione degli uffici di amministrativi, tecnici ed ausiliari in funzione della didattica e della produzione e tenuta degli atti di gestione del personale;
– l’esclusione della scuola da ogni ipotesi di autonomia differenziata.