La scuola non è un servizio a domanda individualizzata. Una sentenza che suona come un monito per i genitori che hanno intrapreso la via del ricorso come utenti di un servizio.
La Cassazione con proprio verdetto rimette nell’alveo della funzione ciò che ostinatamente si vuole riportare ad un servizio a domanda individualizzata – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, dopo la sentenza della Suprema Corte.
Aver definito la scuola come luogo dove non si esercitano i diritti individuali degli alunni in termini meramente negoziali, ma luogo in cui esercitare lo sviluppo della personalità dei singoli alunni, valorizzandone le diversità in riferimento agli interessi degli altri alunni e della comunità, rimarca il ruolo ed il modello costituzionale continuamente attaccato da chi con la proposta della regionalizzazione, piuttosto che dei costi standard di sostenibilità che significa derubricare a servizio ciò che è funzione insostituibile dello Stato che, in fin dei conti, significa trovare il modo per aggirare la costituzione e finanziare con denaro pubblico la scuola privata.
Una sentenza che suona come un monito per i genitori che hanno intrapreso la via del ricorso come utenti di un servizio.
Si sono sentiti rappresentati dallo Stato e quando istituzioni come l’Alta Corte ne definisce i limiti pubblici, sono pronti alle offensive nei confronti delle scuole, che svolgo a pieno la loro funzione, piuttosto che chiedere agli enti preposti servizi mensa per tutti, attraverso investimenti in welfare, per soddisfare i bisogni degli alunni e delle famiglie e non rassegnarsi ad un’effimera efficienza che lasceremmo al mercato. E’ il Comune di Torino che deve garantire la mensa per gli alunni.