Autonomia differenziata: se ne discute nel vertice di maggioranza in vista del Cdm di domani
UIL: La scuola deve essere sfilata da ogni ipotesi di regionalizzazione.
Troppe contraddizioni e sospetti in un progetto sbagliato che crea dissensi, divide e disgrega la Comunità.
Nel vertice di maggioranza convocato per stasera si discuterà anche di autonomia differenziata – annota il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Una delle ipotesi annunciate è quella di inviare al Consiglio dei Ministri di domani, l’accordo sottoscritto dal governo Gentiloni con le regioni di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Sarebbe questo il «testo base» annunciato nel pomeriggio dal ministro dell’Interno, Salvini.
Emergono contraddizioni e sospetti che fanno pensare ad un utilizzo di questa procedura per continuare una campagna elettorale, mai interrotta – sostiene Turi.
Non c’è accordo tra Lega e M5s. Se si adotta l’accordo tra le regioni ed il Governo precedente, senza voler considerare che in questo anno di governo, il tema si è dimostrato divisivo non solo nel merito, ma anche per un procedimento, che adotta una modalità nella quale l’accordo del Governo con le tre regioni andrebbe a bypassare il Parlamento, che a quel punto, sarebbe chiamato alla ratifica come se si trattasse di un accordo internazionale o trattato tra stato e confessioni religiose.
Si rischia di demolire l’unità del paese – ammonisce il segretario Uil Scuola – in maniera subdola ed opaca, senza avere il coraggio di aprire un dibattito in grado di sentire se gli italiani – e non solo una parte di essi – sono d’accordo. In questi mesi, sono state raccolte centinaia di migliaia di firme contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema scolastico nazionale.
Il dissenso su questo tema è ampio: l’ultimo esempio in ordine di tempo viene dalla manifestazione di sabato a Reggio Calabria. Migliaia di lavoratori hanno manifestato contro questo proposito di riforma che interviene a gamba tesa sui principi costituzionali.
In questi mesi, in ogni occasione, i sindacati della scuola hanno evidenziato limiti ed errori di una scelta che andrebbe ad operare un controllo politico dell’istruzione da parte delle Giunte regionali.
Si avrebbe di fatto una privatizzazione surrettizia del settore, al pari di ciò che è avvenuto nella sanità: pubbliche le risorse, aumentate a dismisura, privati i profitti delle strutture convenzionate, tutto a scapito del personale che in questi anni ha pagato le conseguenze; è il modello che si vuole imporre anche alla scuola, con l’aggravante di minare alle fondamenta l’unità culturale del paese che, inevitabilmente intaccherebbe anche quella istituzionale.
Il movimento sindacale, anche negli anni bui del terrorismo, ha garantito democrazia e l’unità del Paese stringendosi intorno alle istituzioni volute dalla Costituzione. Con lo stesso piglio sarà in campo anche questa volta, per contrastare questa strategia di divisione, con ogni strumento democratico – mette in evidenza Turi – contando anche sulle Istituzioni di Garanzia di questo Paese, che coinvolgeremo in una battaglia di civiltà e di progresso, di tutela dei diritti universali della persona, come quello ad un’istruzione laica e plurale.