Domani Miur e sindacati convocati al Ministero del Lavoro, in sede di conciliazione andremo a ribadirle e prenderemo atto delle risposte che verranno date. Servirà un confronto di merito e il livello delle risposte porterà ad adottare scelte ed azioni sindacali, con le relative forme di mobilitazione e lotta.
La convocazione di domani al Ministero del Lavoro rappresenta un passaggio formale che la legge impone – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Soltanto le parti in causa, convocate domani al ministero del Lavoro il ministro dell’Istruzione e i sindacati scuola di Cgil, Cisl , Uil , Gilda e Snals – possono dare impulso ad un confronto di merito che la Uil Scuola sta rivendicando da tempo su quattro specifici temi: la soluzione rapida del precariato con percorsi specifici di stabilizzazione; la valorizzazione del personale ATA con la possibilità di mobilità interna; la garanzia del livello di finanziamento attuale del sistema di istruzione; il no ad ogni ipotesi di regionalizzazione della scuola statale.
Sono rivendicazioni sindacali di assoluta coerenza con le condizioni finanziarie del paese – anticipa Turi.
Rappresentano il modello di scuola e gli interessi sindacali del personale del comparto istruzione e ricerca.
Domani in sede di conciliazione andremo a ribadirli e prenderemo atto delle risposte che verranno date. Servirà un confronto di merito e il livello delle risposte porterà ad adottare scelte ed azioni sindacali, con le relative forme di mobilitazione e lotta.
Il tempo delle attese è terminato. Il Governo nel suo complesso si dovrà fare carico delle risposte che i lavoratori attendono. Sono proposte di buon senso, chiare e soprattutto realizzabili: occorre la volontà politica. E’ proprio questa che i sindacati unitariamente vogliono e devono misurare: la volontà politica di mantenere saldo il sistema di istruzione sui modelli costituzionali.
Se vi fosse la volontà politica di aprire un serio confronto con le rappresentanze dei lavoratori si potrebbe mettere in atto un serio programma politico di interventi e di investimenti per rilanciare ruolo e funzioni del sistema scolastico – rilancia Turi – viceversa ci sarebbe la prova provata che si sta cercando il tacchino di Natale, in vista della Finanziaria di dicembre.
Si tratta di dare ascolto ai cittadini Italiani che, come dimostra l’indagine Demos pubblicata nei giorni scorsi, riconoscono nell’istituzione scolastica un punto di fiducia che supera il 54 %, ben oltre il livello di una singola forza politica. Secondo l’indagine stessa, l’ 84% dei cittadini italiani è contrario ad ogni forma di privatizzazione. Posizione in antitesi con le élites economico-finanziarie di questo paese che continuamente cercano consenso sul disfacimento del sistema attuale per aprire la strada a modelli neo liberisti che il popolo italiano mostra di non gradire.
Ci auguriamo che il Governo e le forze politiche di maggioranza ne vogliano tenere conto.