No alla regionalizzazione del sistema di istruzione, edilizia scolastica delle scuole, tempo pieno soprattutto nelle scuole del Sud, insegnamento di cittadinanza e costituzione: questi i punti all’ordine del giorno della riunione che si è svolta questa mattina a Bari tra i segretari dei sindacati scuola, università e ricerca, e il presidente dell’Anci, Antonio De Caro.
L’Italia è fatta di realtà tra loro molto differenti – ha detto durante l’incontro il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – sono diversità che rendono il nostro Paese speciale e pieno di risorse. Per valorizzare queste caratteristiche la scuola della nostra costituzione è ‘autonoma’.
Abbiamo chiesto ai Comuni di sostenere la nostra raccolta firme contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione che deve rimanere nazionale. Impegno che è stato accolto da De Caro, che ha sottoscritto l’appello in qualità sindaco di Bari.
La nostra scuola – ha detto ancora Turi – è al quarto posto nella fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Il dato diffuso da Demos, mostra quanto sia alta la considerazione che gli italiani ripongono nel nostro sistema scolastico. Il punto è che, ogni Governo vuole una scuola che somigli alla politica e ai suoi interessi che non coincidono, al momento, al bene comune e rappresentano solo interessi di parte – commenta Turi.
La scuola italiana, quella di tutti, funziona grazie all’impegno di chi ci lavora e alle caratteristiche che ha saputo mantenere: rigore, qualità, inclusività, accoglienza, libertà, democrazia, libertà. E gli italiani si fidano.
Tanto da mettere la scuola dopo il Presidente della Repubblica, figura in crescita nella considerazione pubblica, le forze dell’ordine e il Papa. C’è un gran bisogno di istituzioni autorevoli e la scuola così come è la rappresenta al meglio.
Vogliamo uscire dalla logica al ribasso: una logica che divide territorialmente, socialmente e professionalmente. La scuola deve restare fuori dalle regole del mercato, dalle scacchiere di potere.
La mobilitazione in atto nella scuola ne è prova. Insegnanti, personale, famiglie e studenti devono poter continuare a riporre il massimo della fiducia nel nostro sistema di istruzione.
Ricordiamo al ministro Salvini, che cerca lo scontro politico anche sul terreno della scuola, che il 54% dei cittadini italiani è dalla parte della scuola – rilancia Turi – percentuale che copre ben oltre quella di un singolo partito. I politici, all’ultimo posto in gradimento, ne sappiano tenere conto.