Il decretone è approdato in Aula per la conversione, con molteplici emendamenti: dal sostegno per i disabili al riscatto della laurea, all’assunzione con concorsi semplificati nella P.A e nella sanità.
Sono stati inseriti gli emendamenti per l’assunzione dei Navigator e le indicazioni per gli assetti di vertice dell’Inps e dell’Anpal. C’è proprio di tutto.
La scuola però resta al palo. Nel testo ora al vaglio dell’Aula nessun cenno alla fase transitoria per il personale precario per consentire anche al sistema scolastico di partire all’inizio dell’anno con le carte in regola.
Stiamo assistendo – sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola – alla sottovalutazione del problema precariato che nella scuola ha raggiunto livelli di vero e proprio sfruttamento, o peggio ad uno scontro ideologico da cui il sistema scolastico ne uscirà con le ossa rotte.
Una rivendicazione, quella che mira a rendere stabile il lavoro di migliaia di persone che lavorano da anni con contratti precari nella scuola, che abbiamo ripetuto nelle sedi istituzionali e che ha tratto forza dalle manifestazioni della scorsa settimana nelle città italiane a cui hanno preso parte migliaia di precari.
La scuola sembra essere meritevole di attenzione solo nei convegni ed in campagna elettorale – commenta Turi.
Il tema è politico – aggiunge Turi – si tratta di investimenti e di futuro. Evidentemente si vuole progettare il futuro senza la scuola, che appare forse troppo libera ed autonoma per questa politica che, infatti, vuole dividerla, regionalizzandola.
Prosegue la nostra raccolta firme contro la regionalizzazione. Siamo pronti a rivendicare, anche con azioni più incisive – chiarisce Turi – la fase transitoria di reclutamento per i precari con oltre tre anni scolastici di servizio.