Le misure contenute nella Legge di Bilancio intervengono sul reclutamento del personale docente della scuola, introducendo non pochi elementi di novità che tuttavia non sono in grado di garantire un regolare avvio dell’anno scolastico. Al fine di rimuovere alla radice una serie di criticità altrimenti destinate fatalmente a riproporsi, è indispensabile:
- prevedere una fase transitoria finalizzata all’immissione in ruolo dei docenti già abilitati o con tre anni di servizio
- consentire l’accesso alle procedure concorsuali per più classi di concorso
- garantire l’istituzione di corsi di specializzazione su sostegno per tutti gli ordini di scuola in numero adeguato al fabbisogno
Già quest’anno, ultimate le operazioni di immissione in ruolo, sono rimaste scoperte ben 32.217 cattedre, pari a più della metà del contingente delle immissioni in ruolo 2018/19. A queste vanno poi sommati i 56.564 posti, tra organico di fatto e deroghe di sostegno da attribuire con incarichi al 30 giugno, la cui ritardata attivazione ha avuto ripercussioni molto negative sull’ avvio dell’anno scolastico, tanto che ancora a novembre molte classi e molti studenti erano privi dei docenti in cattedra.
Per effetto delle ulteriori cessazioni dal servizio conseguenti all’entrata in vigore del meccanismo di “quota 100” e dei problemi irrisolti in materia di reclutamento, l’anno prossimo la situazione tenderà ad aggravarsi: la scuola vivrà una vera e propria condizione di emergenza, con oltre 150.000 cattedre e oltre 24.000 posti ATA scoperti.
Ciò renderà assai difficile garantire il diritto allo studio degli studenti.
Per questi motivi il 12 marzo saremo in piazza insieme a migliaia di lavoratrici e lavoratori precari della scuola per chiedere:
- un consistente piano di assunzioni dei docenti per coprire gli oltre 150.000 posti liberi che ci saranno dal 1° settembre 2019
- una fase transitoria in cui stabilizzare il lavoro dei docenti già abilitati o con 3 anni di servizio (180×3)
- misure che risolvano in modo chiaro e definitivo i problemi generati dalla vertenza dei diplomati magistrali
- la stabilizzazione nell’organico di diritto dei 56.000 posti autorizzati tra organico di fatto e deroghe su sostegno su cui la scuola deve poter contare con continuità
- appropriate misure volte a garantire a tutte le regioni del sud organici adeguati, con l’obiettivo di diffondere il modello pedagogico/organizzativo del tempo pieno.