Bisogna uscire dalla politica ragionieristica finalizzata alla messa a punto dei saldi finanziari. Serve visione complessiva e strategica dei provvedimenti di politica scolastica. Urgenti le misure per il personale precario: all’emergenza si deve rispondere con immediatezza. Emendamento nel Decretone non è sufficiente. Ineludibile la conferma impianto nazionale del sistema di istruzione.
Nel 2008, mentre in Italia il Governo tagliava circa 140 mila posti in organico – tra docenti e personale ATA – la Germania, pur attraversando la stessa crisi, investiva otto miliardi nel sistema dell’istruzione. Oggi vediamo i risultati.
La proposta di legge all’esame della VII Commissione, presieduta dall’On. Luigi Gallo, rappresenta una discontinuità rispetto al passato ed interviene sui fondamentali di un buon sistema scolastico come il nostro:
– riduzione graduale di un punto del rapporto alunni/docente in un triennio;
– previsione di un tetto massimo di 22 alunni nelle classi iniziali, elevabile fino a 23
– tetto massimo di 20 alunni nelle classi con presenza di alunni con disabilità.
In questa ottica – si legge nella memoria presentata oggi in VII Commissione Cultura – il parere della Federazione UIL scuola RUA è di piena condivisione.
Ridurre il numero di alunni per classe – sottolinea Pino Turi – può dare risposte in termini di didattica individualizzata, attenuare i fenomeni di burnout , dovuti allo stress da lavoro correlato, sempre più in aumento. E’ positiva in termini di organico, con la restituzione di circa 86.000 posti per i docenti. Per il personale ATA, l’aumento, non ben quantificato dalla relazione, a nostro parere potrebbe essere di circa 40.000 posti.
Un provvedimento che assume elementi positivi che aiuterebbero, di molto, la qualità dell’istruzione. Rappresentando altresì un beneficio per il personale in termini di mobilità e reclutamento.
La manovra finanziaria del 2008 – commenta Turi – ha rappresentato il punto più basso, in termini di politica scolastica. Una politica ragionieristica finalizzata solo alla realizzazione dei saldi finanziari, rivenienti dai risparmi sul settore.
Un modo di guardare alla scuola che non sembra del tutto abbandonato. Proprio in questi giorni è all’esame dell’Aula del Senato, il cosiddetto ‘Decretone’. All’interno c’è anche un provvedimento per i precari della scuola. Una misura che non sarà sufficiente a rispondere all’emergenza di settembre – mette in chiaro Turi e si rassegna all’utilizzo di personale precario.
Occorre prevedere un iter breve che consenta agli insegnanti che già lavorano nella scuola, con più di 36 mesi di servizio, di accedere ad una prova concorsuale veloce, che permetta loro di avere un posto di ruolo, e alle scuole di non avere per il secondo anno consecutivo un record di supplenti.
In questo senso, chiediamo a Lei Presidente e a tutti i componenti della Commissione – si legge nella Memoria Uil – di considerare i provvedimenti sottoposti al vostro esame, come elementi di un mosaico, da assumere nell’ambito di una visione strategica di politica scolastica, avendo ben chiaro l’obiettivo del rafforzamento della scuola statale di questo paese, uscendo dalla logica di provvedimenti spot, slegati da un contesto di insieme.