La situazione in cui potrebbe trovarsi il sistema scolastico con le ipotesi di autonomia è di assoluta gravità.
Potrebbe rivelarsi necessario un impegno straordinario della scuola e della società civile.
Uil impegnata per unità delle azioni e massima condivisione e coinvolgimento
Nel fine settimana appena concluso il mondo della scuola ha vissuto momenti di ansia e preoccupazione.
La risposta è giunta ampia, con un documento sottoscritto dai sindacati e dalle associazioni che svolgono un’azione sociale e culturale importante e che nella scuola incrociano lo spaccato fedele e migliore della società, un documento per dire NO alla disgregazione del sistema di istruzione nazionale, in tanti o pochi recinti regionali.
E’ stato uno sforzo non indifferente – mette in evidenza il segretario generale della Uil scuola, Pino turi – aver messo in relazione modi di vedere, culture e sensibilità politiche diverse.
Il punto è che, di fronte all’ipotesi di un’Italia che perde la sua scuola nazionale, sono diventati più importanti gli elementi comuni di una scuola che deve essere repubblicana, per autonomia e indipendenza, laica, per accogliere, integrare e svolgere il ruolo di mediazione educativa dei valori di cui la società moderna vive: multiculturalità, multirazzialità, multireligiosità.
Si tratta di un condizionamento pesante di una scuola inserita in un meccanismo di presunto efficientismo di stampo neo liberista, basato sulle regole di mercato. Regole – continua Turi – che per loro natura escludono i più deboli ed esaltano i più forti. Sono valori e principi che possono andare bene per l’economia, ma non per la scuola che per sua natura deve fare esattamente il contrario includere tutti e mettere i più deboli in condizione di potere avere pari opportunità.
Sono principi che la società attuale tende a dimenticare e tralasciare come quello della solidarietà che nella scuola è l’elemento caratterizzante, proprio per questo sarà una battaglia difficile da affrontare, rispetto alle richieste di autonomia che ignorano la solidarietà ed esaltano competizione ed esclusioni.
Si tratterà di una battaglia lunga e difficile, con avversari agguerriti e con una politica balbettante non sempre in grado di tutelare i valori della costituzione – sottolinea Turi. I sottoscrittori del documento sono chiamati ad una responsabilità che non è solo sindacale, ma culturale e civile.
Serve unità di intenti – aggiunge Turi. Partiamo da noi, per primi. La UIL Scuola Rua non farà sconti a nessuno e utilizzerà tutte le azioni sindacali utili per raggiungere l’obiettivo di salvaguardare la scuola statale di questo paese. In questo senso ci sentiamo di lanciare un appello a tutti ed in particolare alle forze sindacali.
#restiamouniti, è l’hastag scelto per connotare il documento anti regionalizzazione.
Restiamo uniti negli intenti e nelle azioni e chiediamo la sottoscrizione del documento a quanti, come noi, hanno a cuore la scuola e il futuro di questo paese.
Dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati otto scioperi, con adesioni dallo 0,25% al massimo del 1,2%, e altri due sono programmati nei prossimi giorni. La scuola e il personale non vivono bene questi giorni, per ragioni diverse, intrinseche alla loro funzione.
Non è frammentando le proteste che si avvicinano i risultati. Nell’orizzonte temporale dell’iter dell’autonomia differenziata non escludiamo – commenta Turi – anche uno sciopero che dovrebbe avere uno spazio di partecipazione più ampio possibile. Non pensiamo a somme algebriche di rappresentanza e protesta. Siamo convinti che occorra grande responsabilità civile, politica e sindacale.