Oggi in CDM l’illustrazione dell’autonomia differenziata.
Uil Scuola: siamo pronti allo sciopero generale per contrastate questa ipotesi. Appello alle più alte cariche istituzionali per un intervento che rimetta valori e priorità nel solco dell’unità nazionale e della democrazia partecipata.
I cittadini, « i territori» – come li definisce il governatore Zaia, non sono gli azionisti di questo governo. Gli italiani sono cittadini di un Paese, una nazione che ha una scuola nazionale.
Scuola che è funzione dello Stato, che ha unito e unisce il Paese.
Nel mondo si guarda all’istruzione come diritto universale – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – e qui, in Italia, in Veneto, ne vogliamo fare un ‘affaire regionale’.
L’aver messo all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, l’illustrazione delle intese concernenti l’autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, ci preoccupa e ci vede contrari in modo assoluto.
Un ordine del giorno spinto in avanti senza alcun preavviso e senza un approfondimento con i cittadini italiani – sottolinea Turi – l’autonomia di una regione non può essere un fatto privato di quella regione.
Dividere la scuola, di questo si tratta, mina alle fondamenta l’unità del Paese e il suo stesso futuro.
La Uil Scuola è, da sempre, ferocemente contraria per gli effetti che ci sarebbero, con una scuola condizionata, terreno di scontro politico, e poi bacino di consenso sociale.
Calamandrei diceva: «quando la scuola diventerà scuola di partito sarà nel senso di un partito al potere (…) Si finanzia la scuola privata e si manda in malora quella pubblica, laica e di tutti».
Facciamo appello alle massime cariche istituzionali che rappresentano l’unità del paese , il Presidente della Camera, il Presidente del Senato e, nella sua veste di di garante dell’unità nazionale e della Costituzione, il Presidente della Repubblica, per un intervento che rimetta valori e priorità nel solco della democrazia partecipata.
Quello di oggi, ha i connotati di un colpo di mano – ribadisce Turi – una sterzata proprio nel momento in cui l’attenzione delle forze politiche e dei cittadini è indirizzata all’approvazione della legge di Bilancio.
Non gli interessi e nemmeno gli ‘azionisti’, ma i valori e principi saranno alla base della reazione sindacale – chiarisce Turi – per chiedere l’apertura di un dibattito che coinvolga le forze sociali ai massimi livelli.
Il merito delle questioni – sottolinea Turi – sullo stato giuridico del personale, gli spazi di libertà, l’autonomia delle istituzioni scolastiche garantita dalla costituzione, hanno bisogno di una risposta forte che si aggiunge ai problemi irrisolti e lasciati ad un dibattito tutto incentrato sugli interessi elettorali delle forze di Governo senza alcuna considerazione dei cittadini.
Il Governo si dovrà assumere la responsabilità di dividere il Paese dal punto di vista culturale, dopo aver accentuato le differenze sociali e economiche. Noi non ci stiamo e ci prepariamo anche allo sciopero generale della scuola che potrebbe caratterizzarsi con una connotazione più ampia di una semplice vertenza sindacale.