Turi: una comunità educante che non mira solo a formare al lavoro ma a formare uomini colti, cittadini consapevoli.
Il cambio di passo serve, ma da parte della politica, che deve smetterla di dire chi, cosa e come si insegna.
E’ la costituzione prevede che l’insegnamento è libero. Una volta stabilite le indicazioni nazionali, si deve lasciare alle singole scuole autonome il lavoro educativo – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, dopo l’annuncio, questa mattina alla Camera, di una proposta di legge governativa per rendere obbligatoria l’educazione civica.
Una proposta che mette tutti d’accordo nel considerare il vero ruolo della scuola – mette in rilievo Turi – quello di comunità educante con tre funzioni essenziali: istruire, educare, formare.
Una scuola che non opera soltanto per formare al lavoro, ma per formare uomini colti, cittadini consapevoli e attenti. La scuola statale del nostro paese, che oggi tutto l’arco parlamentare sembra riscoprire, è quella che da decenni educa alle regole e ai valori. Offrire una istruzione di qualità sarebbe cosa difficilissima se la nostra scuola non fosse, come invece è già, una scuola libera, indipendente ed autonoma.
La nostra scuola – precisa Turi – non è all’anno zero, da anni svolge questa importante funzione educativa, con iniziative interdisciplinari, anche senza nessun obbligo, tese a valorizzare il senso civico degli alunni ed anche delle famiglie, all’interno della comunità educante.
Nella gara politica sulla primogenitura a ché l’educazione civica diventi obbligatoria, ad arrivare prima è proprio la scuola, bene comune, la cui autonomia e componente nazionale vanno salvaguardate con altrettanto rispetto civico e politico.