Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico ma perseguono utilità private, economiche, non un bene collettivo, sociale. I fondi Pon dovrebbero servire per risolvere squilibri territoriali, strutturali , sociali, dovrebbero avere finalità generali. Ci auguriamo che questa non sia una strategia che, per dare qualche sussidio, finisca per aprire la strada sciagurata alla privatizzazione e al mercato.
Mentre i tecnici italiani sono a Bruxelles per definire ogni singolo euro della nostra legge di Bilancio, la Commissione decide di utilizzare i fondi europei, quelli che finanziano i Pon, per le scuole paritarie.
Si possono dare sussidi alle scuole private e non ai disoccupati? Si chiede Turi.
Un annuncio, dato oggi dal ministro Bussetti, che trova la Uil Scuola profondamente critica.
Una decisione sulla quale abbiamo espresso, a più riprese, fin dall’ottobre dello scorso anno – fa notare il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – la nostra netta contrarietà.
Un errore – così lo definisce Turi – perché le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico ma perseguono utilità private, economiche, non un bene collettivo, sociale.
Lo ripetiamo – continua Turi – le scuole paritarie sono come un taxi, svolgono un servizio pubblico ma perseguono utilità private, economiche. I fondi Pon dovrebbero servire per risolvere squilibri territoriali, strutturali , sociali, dovrebbero avere finalità generali. Assegnarli alle scuole paritarie significa sostenere scuole di tendenza, scuole che non perseguono la realizzazione di un bene collettivo.
Continueremo, insieme ai sindacati europei dell’educazione, ad opporci a questo sistema surrettizio di finanziamento delle scuole paritarie. Ogni euro sottratto alle scuole statali è un modo per renderle più deboli. Ci auguriamo che questa non sia una strategia che, per dare qualche sussidio, finisca per aprire la strada sciagurata alla privatizzazione e al mercato.