INIZIATIVE CONFEDERALI | Obiettivo: amianto zero, in dieci anni

Rilanciare tutte le iniziative già avviate a livello nazionale, regionale e territoriale – questo l’obiettivo principale della riunione del Coordinamento nazionale di Cgil, Cisl e Uil, che si è svolta a Roma.


“Una società libera dall’amianto nel giro di un decennio” – questa la proposta del Coordinamento che intende rilanciare il tema per arginare il calo di interesse di tutti i mass media.

Non è vero che “le morti per amianto non fanno più notizia” – hanno ribadito i segretari confederali – a fronte delle 1500 diagnosi di mesoteliomi, la realtà si avvicina, piuttosto, ad un numero triplo di ammalati con un quantità di vittime, comprese le affezioni collaterali, di circa 3000 annuali.

Il fondo per le vittime dell’amianto è, in aggiunta al contributo obbligatorio delle imprese, implementato dallo Stato con 22 milioni di euro e da 27 milioni da parte dell’INAIL.

Il fondo si propone come obiettivo “la miglior cura e l’indennizzo” per alleviare il carico economico di quei lavoratori che si sono ammalati e di quelle famiglie colpite dal male.

Per il triennio 2018-20 l’importo delle prestazioni economiche una tantum, legate alle malattie e decessi per amianto, dovrebbe passare dai 5600 ai 12000 euro, tenendo presente, a prescindere dal luogo di lavoro della vittima, che “a parità di esigenze dovrebbe esserci parità previdenziale”. Ciò significa anche utilizzare nei confronti di questi lavoratori la normativa pensionistica antecedente la legge Fornero – ha sottolineato Silvana Roseto, segretaria confederale UIL che ha coordinato la riunione.

Diventa importante individuare a livello ambientale i luoghi in cui si trova l’amianto abbandonato e costituire un fondo nazionale per la bonifica degli ambienti pubblici; si potrà arrivare ad una bonifica attivando quelle che sono le discariche regionali e di prossimità dedicate alla problematica e costituendone altre, là dove necessario.

Altro fattore determinante sarà il controllo delle merci provenienti dall’estero, in quanto i livelli di garanzia delle normative sono molto differenti da nazione a nazione: ad esempio, negli Stati Uniti è stato riammesso l’utilizzo dell’amianto in edilizia, quindi sarebbe necessaria la messa al bando internazionale dell’amianto. Il sindacato si attiverà per richiedere una cabina di regia per coordinare tutti gli interventi nei vari ministeri

Giovanni Luciano, del consiglio di vigilanza e di indirizzo dell’INAIL – ha ricordato, nel suo intervento – che l’avanzo dell’istituto ammonta a 1,6 miliardi di euro, quindi, ci sono soldi non spesi per tale emergenza.

Un’altra criticità deriva dall’impossibilità di comparare i dati raccolti da diverse agenzie con diversi sistemi. Ne consegue l’impossibilità di intervenire con precisione per la cura e la bonifica. La complessità delle procedure per autorizzare gli interventi, che prevedono, addirittura, il passaggio parlamentare, è un ulteriore ostacolo.

Il fondo in oggetto serve più che altro al risarcimento, mentre la cosa più importante è la prevenzione e la messa al bando dell’amianto non è sufficiente: bisogna continuare con l’opera di prevenzione che consentirà sicuramente di abbassare il livello di malattia e di inquinamento del territorio italiano.

Per tutti quelli che sono gli ambienti pubblici, dai ministeri alla scuola – – riassume Massimo Albisetti, che ha preso parte all’incontro – ed in particolare per quest’ultima, è emersa la necessità di monitorare i luoghi e la salute di studenti e personale tutto che vivono in ambienti a rischio per procedere alle necessarie bonifiche, giacché a tutt’oggi viviamo in scuole dove le palestre, i laboratori, i pavimenti e le coperture contengono ancora amianto.