Avvio dell’anno scolastico e legge di bilancio: questi i temi al centro della riunione di questa mattina al Miur tra i sindacati scuola e il ministro Bussetti.
Un incontro che fa seguito alla prima riunione della scorsa settimana e che giunge dopo il primo, di una serie di incontri tecnici programmati, sulle questioni più urgenti per il prossimo anno scolastico.
Dobbiamo partire dal modello di scuola che vogliamo- ha detto il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – quello a cui noi intendiamo fare riferimento è quello della Costituzione, di Calamandrei.
Un modello di scuola che si ritrova anche nel contratto che abbiamo firmato ad aprile.
Va fugata – ha detto in apertura Turi – ogni impostazione che porti la scuola verso un sistema di costi standard. Sistema che ci vede fortemente avversi, che parte da premesse sbagliate, che non ha funzionato in altri settori e che rischia di portare la scuola alla rovina. Saremo attentissimi per evitare ogni deriva di questo tipo – ha ammonito Turi.
Diretta l’interlocuzione al ministro: cosa vogliamo fare con la legge 107? Ha detto Turi nel corso dell’incontro.
Bisogna fare un’azione politica senza forzature. Il sistema scuola è un sistema flessibile che non può essere gestito da norme, che per loro natura sono rigide. E’ il contratto, che è flessibile – ha richiamato Turi – che deve regolarlo. In questo, anche il ruolo del sindacato è chiaro: rappresenta le persone, non è un apparato burocratico.
La scuola è una infrastruttura immateriale importante, e come tale dovrebbe essere fuori dal patto di stabilità europeo – ha messo in chiaro Turi – i capitoli di bilancio destinati alla scuola andrebbero dunque considerati tra le spese in conto capitale e non tra le spese correnti.
Investimenti che vanno sottratti dal piano di stabilità interno – ha sottolineato il segretario generale Uil – richiamando la necessità di un piano di investimenti che riporti, anche in più esercizi di bilancio, il livello delle retribuzioni del personale ai livelli europei, anche considerando che, sono dai dati della Ragioneria, il comparto scuola è il più “povero”, per cui vanno garantire risorse specifiche per superare il GAP esistente con gli altri comparti del P.I.
In tema di risorse va collocata, prioritariamente, la richiesta di finanziamento dell’elemento perequativo previsto dal contratto.
Sul fronte delle risorse, tra le priorità indicate, c’è una legge di una sola riga che va scritta: “cancellato l’organico di fatto”. Questo – ha spiegato Turi – avrebbe effetti diretti sull’eliminazione del precariato, sulla continuità didattica e sull’attività amministrativa.
In tema di supplenze, ribadita la necessità dell’eliminazione del divieto di sostituzione del personale già dal primo giorno di assenza.
Altra discriminazione che va superata è quella della ‘tassa sulla salute’, la ritenuta economica, effettuata solo sul personale statale, in caso di assenza per malattia.
Appare urgente poi una decisione – entro i primi giorni di settembre, ha detto Turi – in tema di alternanza scuola – lavoro, che avrà riflessi sull’esame di maturità. Vanno rispettati i tempi delle scuole.
Per quanto riguarda il reclutamento, tema di stretta attualità – a partire da quanto sta accadendo in Campania dove la mancata pubblicazione delle graduatorie non consente l’immissione in ruolo del personale – la Uil Scuola ha ribadito la necessità di utilizzare pienamente il contingente autorizzato anche attraverso le compensazioni.
Sistema che deve riguardare anche il personale educativo, settore a cui è stato assegnato solo un posto disponibile su dieci.
Se non investiamo sull’edilizia scolastica mettendo in sicurezza le l scuole – ha detto in chiusura Turi, parafrasando il giudice Volpe di Bari – saremo anche noi ‘homeless’. Su dirigenti e edilizia scolastica siamo fuori tempo massimo: va chiuso il contratto dei primi e risolta la responsabilità per i secondi.