Per onorare l’intesa della mobilità del 22 dicembre, che prevede di facilitare i rientri dei docenti, non si può tagliare al Sud. Con la politica dei “tetti” predefiniti a livello nazionale non si risolvono i problemi delle scuole. Resta il giudizio negativo della Uil Scuola.
E’ proseguita al MIUR l’informativa sugli organici del personale docente per l’a.s. 2018/19. Nessuna novità rispetto all’incontro precedente, resta il quadro già illustrato nel precedente incontro:
– 3.530 posti comuni da consolidare in organico di diritto
– 800 degli attuali 48.812 posti dell’organico di potenziamento saranno destinati all’Infanzia
– 1.162 posti aggiuntivi per la riforma degli Istituti Professionali molti destinati agli ITP
– il numero degli alunni calerà di circa 21.000 unità (-90.000 nell’ultimo triennio)
Inaccettabile, per la UIL, che il MEF neghi di investire.
Pochi i 3.530 posti a fronte dei 150 milioni definiti nella legge di bilancio 2018 e oggetto dell’accordo del 22 dicembre 2017.
Incomprensibile la scelta di non stabilizzare i posti di sostegno.
Ogni anno vengono attivati posti in deroga, circa 50.000, per consentire il corretto funzionamento delle scuole, quindi posti necessari che andrebbero pertanto stabilizzati.
La Uil Scuola ha ribadito il problema della carenza di organico del personale educativo e posto il problema del consolidamento dei posti anche in questo settore.
E’ del tutto inaccettabile aver ricavato l’organico potenziato dell’Infanzia all’interno dell’attuale organico, a discapito degli altri ordini di scuola. Nessun posto in più, solo una partita di giro.
Altrettanto inaccettabile che vengano tagliati posti al sud. Si rischia così di non garantire la continuità didattica per i ragazzi e di ridurre la possibilità per molti docenti di avvicinarsi a casa.
Per la UIL, va “fotografata” la situazione relativa all’attuale organico delle regioni del sud, senza tagli, e nello stesso tempo occorre incrementare i posti nelle realtà in cui la popolazione scolastica è in aumento.
Per raggiungere questo obiettivo e per dare risposte anche al personale con 36 mesi di servizio, bisognerebbe avere il coraggio di eliminare l’organico di fatto. Lo chiederemo anche al prossimo governo. Solo così si pone fine al precariato e si garantisce la continuità didattica.
LICEI MUSICALI E COREUTICI
La UIL Scuola ha chiesto la corretta applicazione di quantoprevisto dal DPR 89/2010, richiamato anche dalla recente sentenza del TAR, che prevede lo svolgimento di 99 ore curricolari di strumento nel primo biennio così suddivise: 2 ore di esecuzione per il 1° strumento e 1 ora di esecuzione per il 2° strumento.
Il MIUR ha scelto ancora una volta di delegare alla magistratura la soluzione del problemaappellando al Consiglio di Stato la recente sentenza del TAR. Anche per il prossimo anno la circolare sugli organici prevede il taglio di un’ora di esecuzione relativa al primo strumento.
La solita politica burocratica ed inconcludente.
Ha chiesto, inoltre, di costituire il più possibile cattedre per le classi di concorso di storia della musica e di tecnologie musicali utilizzando, se necessario, l’organico del potenziamento, per consentire ai docenti, anche vincitori di concorso, di ottenere la stabilizzazione già prevista per lo scorso anno scolastico.
Il tutto senza alcuna risorsa aggiuntiva, in quanto posti già previsti nell’organico di diritto dello scorso anno scolastico e non assegnati. Questo garantirebbe, oltre che la stabilizzazione del personale, anche una maggiore continuità didattica al percorso formativo degli studenti.
Come richiesto più volte dalla UIL Scuola anche negli incontri precedenti, dal 2018/19 è previsto l’organico di diritto anche per le sezioni coreutiche. Un scelta necessaria, anche se tardiva, per la stabilità e la crescita del settore.
Per la UIL Scuola hanno partecipato Pasquale Proietti e Mauro Panzieri.