Turi: E’ la comunità educante il punto di partenza. Il sindacato è soggetto connesso con la società, il cambiamento ne è parte essenziale. Lo abbiamo già fatto, lo stiamo facendo.
E’ la comunità educante, quella della scuola, quella delineata dal nuovo contratto, il punto di partenza dell’intervento di Pino Turi, all’Assemblea Generale di Fiuggi.
Una riunione aperta alla partecipazione di centinaia di Rsu provenienti da tutta Italia. Perché se la parola più innovativa del momento è ‘persone’, il richiamo alla comunità riguarda in primo luogo anche il sindacato.
Una riunione compatta e leggera quella di Fiuggi, fuori dai rituali sindacali, fatta di voci, di esperienze, di racconti.
Fortemente ancorata ai valori di riferimento della UIL.
«Il linguaggio è strumento di identità e di cambiamento» – ha detto nel suo intervento Pino Turi. «Non vogliamo le parole degli altri: neo liberismo, mercato, efficienza, livelli. Vogliamo le nostre parole: solidarietà, collaborazione, partecipazione, confronto, democrazia, libertà. Sono parole che esprimono altrettanti obiettivi politici da perseguire con determinatezza».
«Occorre superare le derive burocratiche, anche interne al sindacato – ha aggiunto Turi – e vedere che il cambiamento è già stato intrapreso. Il sindacato è soggetto connesso con la società, il cambiamento ne è parte essenziale. Lo abbiamo già fatto, lo stiamo facendo»..
L’attualità della condizione docente non poteva sfuggire alla maglie del dibattito: «dopo anni di tagli, incuria, di cattiva gestione, di pesanti interventi della politica, la scuola, il ruolo degli insegnanti è stato logorato – ha sottolineato Turi. Occorre anche qui ripartire dai valori essenziali. Le cose vecchie si buttano via, le cose antiche hanno valore per sempre. Per questo crediamo che l’istruzione, l’educazione, la libertà di pensiero e di insegnamento siano ragioni valide per puntare sul valore sociale degli insegnanti».
Presentati nel corso dell’assemblea anche i dati degli iscritti (in crescita costante), la presenza delle liste Uil nelle scuole (in aumento pur in presenza di una diminuzione del numero di scuole).
«L’aumento degli iscritti – ha messo in evidenza Turi – è per noi elemento di grande responsabilità. Vogliamo stare tra la gente. E’ questo il punto di partenza per fare scelte capaci di incidere sulle decisioni politiche. Abbiamo conseguito un primo risultato politico modificando la legge 107 con il contratto – ha ribadito – perché è una legge sbagliata, una legge contro le persone. Ha vinto la democrazia».
Pochi i passaggi sul contratto, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri e ora in attesa del parere della Corte dei Conti , perché – questo il giudizio espresso in Esecutivo allargato ai componenti dell’Assemblea – la sua portata è chiara ed è basata sui contenuti normativi (chiave per aprire i lucchetti di diritti messi in soffitta) e sulle innovazioni legate alla contrattazione (che riacquista ampi spazi).
Strumentali dunque le polemiche che puntano sull’entità delle risorse, perché – questo il tenore degli interventi – abbiamo buona memoria e sappiamo da dove siamo partiti.
«Le ricette Brunettiane – ha ricordato Turi – volevano eliminare le Rsu, la contrattazione, i corpi intermedi, il sindacato. Ora tutto questo è azzerato».
«Dobbiamo ritornare alle persone – ha sollecitato Turi – la libertà è come un muscolo, se non la eserciti si atrofizza. La nostra è un’operazione culturale, politica».
Un accenno anche alla presenza di sindacati che alzano polemiche più che fornire soluzioni: «cripto-sindacati – li ha definiti Turi – che nessuno capisce ma che lusingano nella speranza di essere provati.
Non possiamo lasciare che le nostre sorti vengano decise né da loro, né da algoritmi – ha aggiunto – ricordando come scelte sbagliate hanno poi condizionato l’esistenza di centinaia di persone».
Pertini e Calamadrei le citazioni in chiusura: «non c’è libertà senza giustizia sociale» e «se vuoi finanziare la scuola privata, fai andare in malora quella statale» per ricordare qual è la direzione che verrà seguita.
«Le elezioni per il rinnovo delle Rsu costituiscono l’occasione, per ciascun singolo lavoratore, non solo per esprimere liberamente i propri rappresentanti, ma anche per rafforzare le proprie rivendicazioni come conseguenza di una massiccia partecipazione al voto» – ha detto Carmelo Barbagallo che ha voluto partecipare all’incontro con le Rsu della scuola.
«Andare a votare il 17, 18 e 19 aprile non è solo un diritto, ma anche un’opportunità. Tutta la Pubblica Amministrazione deve percepire e misurare l’enorme capacità di mobilitazione che i lavoratori del settore sono in grado di esprimere» – ha sottolineato il segretario Uil.
«Valorizzare il lavoro e restituire dignità ai lavoratori del pubblico impiego, a partire proprio dalla scuola, è possibile se si dà ancora più forza al sindacato confederale, attraverso – ha messo l’accento Barbagallo – un ampio consenso espresso nel segreto dell’urna».
«Personale docente e personale Ata sono un’autentica risorsa: a loro è affidato il futuro dei nostri figli e del Paese. Questa missione merita il giusto riconoscimento sociale ed economico e la Uil è al fianco di tutti i lavoratori del comparto per riconquistare, insieme, diritti, tutele e prospettive. Un voto diffuso e convinto – ha invitato – rappresenta l’arma migliore per conseguire tali traguardi e questo esercizio di democrazia legittima ogni volontà di miglioramento e sviluppo».
«Il 17, 18 e 19 aprile – ha concluso – andiamo a votare tutti per affermare il valore del lavoro e per essere protagonisti del nostro domani».