Valorizzare la professionalità docente significa riconoscere il ruolo strategico della libertà di insegnamento e della valutazione che gli insegnanti fanno dei progressi dei loro studenti. Vincolare tale attività ai risultati dei test standardizzati significa orientare e porre dei paletti ad una attività professionale che deve essere libera da ogni condizionamento.
Il 12 marzo si è tenuto a Roma, nella sede del MIUR, un seminario di informazione e confronto tra istituzioni, esperti e attori del sistema sul futuro del questionario studente che completa annualmente le prove INVALSI. Somministrato finora solo agli alunni della classe quinta primaria e della seconda superiore, da questo anno verrà reintegrato anche nel pacchetto di test destinati agli alunni della classe terza media e in futuro riguarderà anche la classe finale del superiore. Il questionario ha la finalità di indagare le modalità con cui lo studente si avvicina alle prove e l’influenza che hanno su di esse svariati fattori socio ambientali.
Per la UIL non è puntando l’attenzione verso i fattori che facilitano o influenzano l’apprendimento che le prove per la rilevazioni degli apprendimenti potranno migliorare la percezione che tutti gli operatori scolastici ne ricevono data la difficoltà con cui sempre meno queste vanno ad integrarsi con lo sviluppo delle attività didattiche e ai fini della valutazione finale.
Per gli effetti immediati tanto si rileva, mentre per quelli di lungo periodo il rischio che si corre è quello della deresponsabilizzazione rispetto agli obiettivi educativi ed una spersonalizzazione sempre maggiore della relazione educativa studenti/docenti.
Una riflessione più articolata andrebbe condotta sulle prove standardizzate, con una inversione di marcia rispetto ai risultati non soddisfacenti: chiarire una volta per tutte la confusione generata dall’intreccio delle funzioni valutative ordinarie afferenti strettamente alla funzione docente, fortemente collegate alla progettazione didattica individualizzata ed ai bisogni formativi, più in generale degli allievi e quelle della valutazione di sistema, ancora in forte ritardo, caratterizzato da molteplici contraddizioni nella sua definizione.
Per la UIL gli esiti delle rilevazioni non devono avere alcuna ricaduta o influenza sui processi di valutazione degli esiti formativi dei ragazzi da parte dei docenti, ciò abbasserebbe da subito le ansie da prestazione, che molto limitano gli esiti di tutti i soggetti interessati, e consentirebbe di ricondurre le rilevazioni al loro alveo originale e ridare piena responsabilità professionale ai docenti.
I fenomeni del cheating, la carenza di strumentazioni per le prove computer based, i sempre più diffusi fenomeni di fuga dalle prove, un blocco dei percorsi di riallineamento dei processi di autovalutazione delle scuole insieme al superamento degli approcci burocratizzati, dovrebbero indurre ad un complessivo ed utile ripensamento dell’intera questione, con il coinvolgimento dell’intera comunità educante.