Capovolgere il modo di leggere la realtà: la scuola è un investimento non un costo
Oggi Il tesoro ci dà una buona notizia i soldi dello Stato sono spesi bene, si investe in istruzione e sanità – commenta così il segretario della Uil Scuola, Pino Turi la pubblicazione dei dati del Tesoro.
Sono beni e diritti che vanno riconosciuti a tutti e che sono graditi dai cittadini e devono essere garantiti dallo Stato. Rappresentano due dei fiori all’occhiello del nostro paese.
Per questo siamo preoccupati dal modo in cui sono stati presentati: la solita mistica dei costi da eliminare.
Sembra che si intenda farne un elemento di condizionamento nel bel mezzo della campagna politica. E si sceglie presentarli come un costo che grava su ogni cittadino.
La scuola è ovviamente al primo posto con oltre 600 euro pro capite. Il motivo è semplice, non sono gli stipendi e le spese delle scuole alte, ma l’oltre un milione di lavoratori nel settore, sottopagati e costretti, in alcuni casi, a lavorare in ambienti non a norma.
Che poi, debbano sentirsi anche un peso per il singolo cittadino, è il colmo.
Si sta perdendo il senso politico e si sta affidando alla tecnocrazia, ai numeri presentati ad arte, la chiave per leggere la realtà e per favorire coloro che vogliono smantellare lo stato sociale.
E’ il vento del neo liberismo che sta creando forti disuguaglianze a cui ci stiamo assuefacendo.
Aumenta così la rabbia dei più che inconsapevolmente svolgono un ruolo di rottura della coesione sociale con l’unico effetto di aumentare le disuguaglianze. Non ci rassegniamo alla perdita dei diritti di cittadinanza – aggiunge Turi.
Occorre un’inversione di tendenza, la scuola è un investimento e non un costo. Sarebbe opportuno ricordarlo anche in questi momenti, alla vigilia del rinnovo del contratto di lavoro.