Chiudere questo contratto è responsabilità delle parti: necessario portare alla piena contrattualizzazione tutte le risorse della 107.
E’ nell’interesse della scuola oltre che dei lavoratori chiudere positivamente, e quanto prima, la trattativa contrattuale della scuola. Le richieste sindacali sono state poste da subito in modo molto chiaro all’Aran.
Su alcuni nodi importanti (risorse e spazi di contrattazione) è stata chiesta e ottenuta un’integrazione dell’Atto di Indirizzo; ci sono pertanto le condizioni per riprendere anche sostanzialmente il negoziato e puntare a una soluzione positiva in tempi brevissimi
Concludere positivamente un difficile negoziato, quando siamo alla fine della sua vigenza, significa mettere i paletti di una prima fase di un percorso, che deve proseguire con l’obiettivo di mantenere la piena tutela del ruolo e della dignità dei lavoratori della Scuola.
Infatti, l’accordo contrattuale, la cui vigenza è in scadenza al 31 dicembre 2018, nel ricondurre nell’alveo negoziale le materie che sono state sottratte alla sede naturale della contrattazione (orario, salario e della disciplina del rapporto del lavoro), rappresenta la premessa per riprendere un cammino di confronto interrotto da più di dieci anni, con grave danno alla scuola, alla partecipazione, alla democrazia e alla qualità dell’offerta formativa.
Lo strumento contrattuale, è necessario che sia accompagnato da una politica di investimenti in istruzione, formazione e ricerca, che riallinei il nostro Paese anche nel confronto con quanto avviene nel resto d’Europa.
Questo il terreno su cui sarà indispensabile incalzare la politica con un’azione forte, puntuale e costante. Ecco perché il nuovo contratto chiuderà una fase lunga e difficile, ma ne riaprirà immediatamente un’altra da affrontare con intelligenza e determinazione. Farlo avendo riconquistato spazi di contrattazione sulle condizioni di lavoro del personale, dal punto di vista economico e normativo, riportando alla contrattazione elementi sottratti da norme legislative,a partire dall’utilizzo pieno dei 200 milioni, significa ripristinare la normale dialettica fra forze politiche e sociali indipendentemente dal quadro politico che si determinerà all’indomani delle imminenti elezioni politiche del 4 marzo.